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Cgil trasporti ha reso pubblici i primi dati relativi allo sciopero dei treni, in programma fino alle 15 e che in Sardegna ha visto una grande adesione, quasi del 100%: nel nord dell'Isola hanno incrociato le braccia tutti i ferrovieri (ad eccezione delle tratte garantite per obbligo di legge), nel sud il 98%.
I disagi per i passeggeri di Trenitalia sono stati comunque limitati, dato che la maggior parte dei viaggiatori era a conoscenza della situazione e ha cercato soluzioni alternative.
"Nel nord sono partiti solo i treni garantiti, ad esempio sulla tratta Sassari-Olbia, sola andata, e sulla Olbia-Chilivani: i passeggeri però hanno obliterato per Cagliari e sono rimasti bloccati lì", ha spiegato il segretario regionale della Filt Cgil Arnaldo Boeddu. Nel sud Sardegna invece qualche treno in più è partito.
"Molti nuovi assunti evidentemente non se la sono sentita di aderire allo sciopero. L'altissima adesione anche in Sardegna in occasione di questo secondo sciopero, dimostra che i ferrovieri sono davvero provati per mancanza di personale e per l'assenza di un valido piano di investimenti che possa realmente consentire una adeguata manutenzione del materiale rotabile effettuata dal personale tecnico delle Fs", ha proseguito Boeddu.
"Con una ordinanza del ministro Salvini, che la Filt Cgil quasi certamente impugnerà al Tar, la situazione si è ulteriormente complicata. Trenitalia infatti era già organizzata per far riprendere regolarmente il servizio ferroviario dopo le 24 ore di sciopero proclamato venti giorni fa. L'ordinanza di ieri, a mio avviso, non è altro che un braccio di ferro che complica ancora di più la situazione e allo stesso tempo non aiuterà di certo i pendolari poiché Trenitalia non avrà la possibilità di avere i convogli nelle stazioni così come pensava il ministro", ha commentato il segretario regionale della Filt Cgil.