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Dal Tribunale di Sassari arrivano tre pesanti condanne per chi aveva manomesso fraudolentemente la rete idrica pubblica con l’obiettivo di avere acqua in maniera gratuita sulle spalle della collettività. Nei giorni scorsi l’ufficio del Giudice per le indagini preliminari ha depositato tre decreti penali di condotta per altrettanti casi di furto d’acqua aggravato avvenuti tutti nel territorio di Valledoria.
Due casi riguardano degli appartamenti nel centro abitato. I proprietari avevano installato da una parte un tubo di rame e dall’altra un tubo flessibile per alimentare le abitazioni senza un contatore che potesse misurare i consumi da fatturate. Il terzo caso, invece, riguarda addirittura un l’irrigazione di campo coltivato: il proprietario aveva collegato alla rete idrica più di tre metri di tubature in pvc per innaffiare le colture con acqua potabile a costo zero. Escamotage che potevano forse passare inosservati in passato, ma ora i tecnici di Abbanoa sono dotati di palmari elettronici con i quali possono controllare in tempo reale, la regolarità degli allacci e i dati dei contatori: spesso si tenta di nascondere l’allaccio abusivo installando misuratori falsi.
Il Servizio ispettivo di Abbanoa aveva individuato le manomissioni all’interno delle nicchie di allaccio e immediatamente segnalate alle forze dell’ordine: successivamente era stato eseguito un sopralluogo con i carabinieri che avevano potuto constatare il reato in flagranza. La Procura della Repubblica del Tribunale di Sassari aveva quindi proposto la condanna. Il reato contestato era il furto “con le seguenti aggravanti: essersi avvalsi di mezzo fraudolento, aver usato violenza sulle cose, aver commesso il fatto su materiale sottratto ad infrastrutture destinare all’erogazione di servizi pubblici”.
Nei giorni scorsi è stato depositato il decreto penale di condanna con lo stesso esito per i tre imputati: 15.100 euro di multa.