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Il giorno dopo Orune si scuote dal torpore di una notte lunga e insonne. Cos'è successo? Quale male si è abbattuto, ancora una volta, su quella comunità fiera e robusta arroccata sui graniti, madre di valorosi uomini e nobili pensieri?
Gianluca Monni aveva 19 anni e aspettava il bus per andare a scuola a Nuoro. Quando i killer sono arrivati e gli hanno esploso contro tre colpi di fucile, la Sardegna intera ha tremato dalle viscere, straziata per un nuovo figlio strappato all'alba di una triste primavera.
Era un ragazzo d'oro, Gianluca, lo dicono tutti, amici, conoscenti e professori. Impossibile trovare la ragione, difficile trovare la risposta ad un gesto così assurdo, così cinico.
Gli inquirenti non escludono nessuna pista e parlano di "esecuzione spietata e feroce: due colpi su un fianco ed uno sul volto".
Gianluca, forse, era finito in uno "strano" giro di amicizie, frequentazioni pericolose che lo hanno trascinato in una tragedia incomprensibile. Non si esclude nemmeno la pista della vendetta, seppure la famiglia Monni, stimata e ben voluta in paese, sia totalmente estranea alla catena di faide che hanno interessato Orune per tanto tempo.
L'ipotesi più accreditata, per ora, è quella che l'omicidio possa essere l'esito di malumori e incomprensioni tra Gianluca e altri giovani del paese. Gli amici del ragazzo, interrogati dai carabinieri, hanno raccontato di una violenta lite di qualche mese fa tra la vittima e altri giovani orunesi che avevano importunato la sua fidanzata.
Orune, col fiato sospeso, attende che la giustizia faccia il suo corso, nella speranza che la primavera riprenda a scorrere serena coprendo di fiori il sepolcro dell'ultimo sacrificio alla logica della violenza.