Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau ha illustrato questa mattina in conferenza stampa, insieme al presidente e al segretario dell’Arci Sardegna, Marino Canzoneri e Franco Uda, il progetto di educazione alla cittadinanza dell’associazione Terra del Fuoco di Torino che negli ultimi dieci anni ha coinvolto in  utta Italia 16  mila giovani.

«Da quattro anche la Sardegna partecipa perché come Arci regionale  e grazie al sostegno di oltre trenta Enti locali  - ha ricordato il segretario regionale Franco Uda - abbiamo voluto offrire l’opportunità ad oltre 300 giovani sardi tra i 18 e i 25 anni  provenienti da tutta l’isola di partecipare ad un percorso educativo unico e straordinario che si articola dalla storia, attraverso la memoria con la testimonianza e l’impegno civile».

Oltre 50 giovani provenienti da 16 comuni sardi (Arbus, Banari, Cagliari, Capoterra, Carbonia, Decimomannu, Fluminimaggiore, Gonnesa, Iglesias, Masainas, Monserrato, Putifigari, Sassari, S.Antioco, S.Giovanni Suergiu e Uri) partiranno domani a Cracovia  per visitare il ghetto ebraico, la fabbrica di Schindler e i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, parte centrale del progetto che si snoda lungo tutto l’anno, prima con la selezione  dei giovani attraverso colloqui motivazionali e le giornate di formazione con lo staff educativo dell’Arci, e poi al rientro con le giornate di riflessione e confronto sul viaggio e la visita ai campi di sterminio.

Quest’anno per la prima volta l’iniziativa – un’esperienza straordinaria e formativa unica che tutti dovrebbero provare almeno una volta nella vita -  ha sottolineato il presidente Ganau – gode del patrocinio del Consiglio regionale della Sardegna.

Un progetto che senza le amministrazioni locali è stato ricordato durante l’incontro con i giornalisti, non sarebbe possibile mandare avanti: i giovani che partecipano diventano nuovi testimoni dell’Olocausto e custodi della memoria, importante antidoto sociale.

«Se le istituzioni, come in questo caso – ha dichiarato Marino Canzoneri presidente dell’Arci Sardegna -  hanno attenzione a progetti formativi come questo, è un bene per tutta la comunità;  è giusto che la politica si occupi anche del benessere culturale dei suoi cittadini».

La forza dell’iniziativa – ha dichiarato Francesca Ghirra presidente della commissione Cultura del comune di Cagliari che aderisce già dal primo anno al Treno della Memoria – è proprio il coinvolgimento degli Enti locali, i ragazzi acquisiscono un patrimonio nel corso di un anno di formazione che  restituiscono poi alla comunità» .

Il comune di Decimomannu ha aderito per la prima volta – ha dichiarato il vicesindaco Monica Cadeddu – scegliendo di istituire delle borse di studio per coinvolgere  nel percorso i ragazzi più meritevoli».

A prendere la parola, infine, i protagonisti del progetto, Stefania e Martina, giovani studentesse che hanno partecipato al Treno della Memoria 2013 e che domani invece partiranno in veste di educatrici.

«Il nostro compito – hanno sottolineato le due ragazze -  sarà quello di spiegare ai nostri coetanei  la zona grigia, ovvero gli indifferenti e chi allora non si è ribellato, un concetto sul quale inviteremo i ragazzi a riflettere».

All’incontro con i giornalisti erano presenti anche  Gianni Lampis,  vicesindaco di Arbus, Ilaria Portas e Marco Asunis, assessori alla Cultura dei comuni di Masainas e Monserrato.