Aveva bevuto numerose bibite eccitanti, non solo la lattina trovata sul luogo del triplice omicidio, ma anche tante altre. Angelo Frigeri, l'operaio di 32 anni in carcere per l'omicidio di Giovanni Maria Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlio di 12 anni Pietro, secondo quanto accertato dagli investigatori, il giorno della strage aveva ingerito molte bibite energetiche ed eccitanti spesso utilizzate in momenti di particolare sforzo fisico o stress.

Al momento, invece, non arrivano conferme sull'eventuale uso di cocaina poco prima dell'omicidio. Nel giorno del fermo, a meno di 48 ore dalla scoperta dei cadaveri della famiglia Azzena, all'operaio fu praticato un tampone faringeo. Un'analisi utile per recuperare il Dna da comparare con le tracce di sangue trovate sulla scena del delitto, ma che potrebbe essere stato utilizzato anche per verificare se l'operaio avesse fatto uso di stupefacenti.

Il tampone, infatti, permette di stabilire se la persona a cui viene praticato il prelievo รจ un consumatore di droghe. E' possibile che nei giorni successivi, o prima di entrare in carcere, all'operaio siano stati prelevati anche campioni di sangue e urine proprio per verificare l'eventuale uso di stupefacenti. Gli investigatori confermano di attendere i risultati di alcuni accertamenti ma sottolineano come al momento non ci siano riscontri oggettivi dell'utilizzo di cocaina da parte dell'indagato.

Il tampone faringeo, le analisi del sangue e delle urine potrebbero fornire agli investigatori la prova che Frigeri fosse un consumatore di droghe. Occorreranno poi altri accertamenti e l'incrocio di alcuni dati, basati su calcoli relativi al metabolismo e alla scomparsa della cocaina dal corpo nel corso del tempo per cercare di focalizzare almeno approssimativamente, il momento in cui l'operaio potrebbe aver fatto uso di droghe.