Presidentessa da 20 anni della sezione comunale Avis di Tula e consigliera dell'Avis provinciale di Sassari, Roberta Puddu può certamente affermare di aver vissuto la donazione del sangue a 360 gradi.

Da semplice donatrice che andava a compiere il suo gesto di altruismo in ospedale, nel 1989 decise, assieme ad altri donatori, di fondare una sezione a Tula, grazie anche alla consorella di Oschiri.

Da allora, la sezione, che attualmente conta 48 soci, ha visto la grande opera di bene che diversi donatori puntualissimi svolgono con gioia, con l’intento di aiutare il prossimo e con la consapevolezza che, prima o poi, il sangue potrebbe servire anche a loro stessi.

Abbiamo soci che sono arrivati a ben 50 donatori - afferma ai microfoni di Sardegna Live Roberta Puddu - L’Avis è una grande famiglia, ci accomuna l’intento dei fare del bene. Quando mi trovo nella sezione di Tula e in quella provinciale di Sassari, mi sento a casa”.

Visto che la carenza di sangue, soprattutto in Sardegna, è diventata un’emergenza, come è andata quest’anno la raccolta presso la vostra sezione? “La raccolta quest’anno è andata bene: abbiamo raccolto 76 sacche, non ci possiamo lamentare” dice Roberta.

Siamo contenti perché negli ultimi mesi abbiamo notato un incremento di giovani, soprattutto donne. Durante l’ultima donazione a settembre, su 12 sacche raccolte, 9 le abbiamo ottenute grazie alle donne. Questa è una bellissima soddisfazione, forse le donne hanno acquisito consapevolezza nonostante le maggiori difficoltà rispetto agli uomini”.

Quando avverrà la prossima raccolta? “Per il mese di dicembre organizzeremo una raccolta di sangue, mentre a gennaio cominceremo a raccogliere il plasma” risponde Roberta.

Tengo tantissimo a ringraziare i donatori che arrivano con il sorriso felici di salvare delle vite. Speriamo aumentino sempre di più anche perché chi dona il sangue è sempre sotto controllo medico. Non è da sottovalutare il fatto che si hanno in questo modo gli esami del sangue gratuiti, e con i tempi che corrono, è una gran cosa” conclude Roberta Puddu.