Ormai è passato quasi un anno  dalla  sentenza  Corte App. Civile Roma, sez. II, del 9 aprile 2018, la numero 2245,  con cui, su ricorso della Regione autonoma della Sardegna,  è stato riformato   il  lodo  espresso dal Collegio arbitrale (il magistrato in pensione Gianni Olla, il docente universitario romano Nicolò Lipari, il presidente emerito della Corte costituzionale Franco Bilé)  con il parere contrario   di uno dei componenti (il magistrato Olla) favorevole alle pretese della Nuova Iniziative Coimpresa del  Gruppo Cualbu   sull’annosa vicenda di  Tuvixeddu   (Cagliari), la più importante area archeologica sepolcrale punico-romana del Mediterraneo, interessata   dal noto progetto immobiliare.   Lo scrive in una nota stampa, Stefano Deliperi, di Gruppo di Intervento Giuridico Onlus.

L’indennizzo  di  77,8 milioni di euro  previsto dal lodo arbitrale, si riduce a  soli 1,2 milioni di euro, come ha affermato la Corte d’Appello di Roma. La decisione regionale di fermare l’edificazione nell’area è stata ritenuta legittima, perché le disposizioni del piano paesaggistico - P.P.R. sono state definitivamente riconosciute legittime anche riguardo Tuvixeddu dai Giudici amministrativi (vds. Cons. Stato, Sez. VI, 3 marzo 2011, n. 1366). 

Le motivazioni dell’arbitrato poggiavano esclusivamente sull’annullamento del precedente vincolo paesaggistico (vds. Cons. Stato, Sez. VI, 4 agosto 2008, n. 3895). Il Gruppo Cualbu - aggiunge il portavoce dell'associazione ecologista - è tenuto a restituire  quanto percepito   in eccesso,  più di 85 milioni di euro, visto che il lodo era stato dichiarato esecutivo e l’indennizzo era stato versato integralmente, interessi compresi. Domanda non banale:  i soldi sono stati restituiti alla Regione? Dal canto suo,  la Regione, li ha richiesti? Per chi si fosse  distratto - aggiunge Stefano Deliperi - si tratta di soldi pubblici. E potrebbero esser utilizzati per finalità pubbliche, come la costituzione   di un grande  parco archeologico-ambientale a beneficio della collettività"