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La figlia minore di Francesco Rocca, il dentista di Gavoi (Nuoro) condannato in via definitiva all'ergastolo come mandante dell'omicidio della moglie, Dina Dore, risalente al 26 marzo 2008, ha intentato una nuova causa contro il padre con una dichiarazione di "indegnità a succedere" all'eredità dei beni della moglie defunta, la cui erede universale risulta la figlia minore.
Rocca avrebbe venduto i tre quarti della casa di Gavoi dove avvenne l'omicidio, anche se alla figlia spetta il 50% dell'immobile, in forza dell'indegnità a succedere dello stesso Rocca alla quota parte di Dina Dore. La persona che ha acquistato l'immobile inoltre non ha mai corrisposto alla ragazza, privata della sua parte dell'immobile, quanto le spetta. La scoperta è avvenuta dopo un'attenta analisi sulle visure delle proprietà di Francesco Rocca, in cui il dentista risulta proprietario di quote ereditarie provenienti dal decesso Dina Dore.
Le due legali si rifanno a una norma del codice civile che esclude l'assassino dall'eredità dei beni della vittima. Si tratta di una norma antecedente a quella che tutela gli orfani dei crimini domestici a partire dal 2018 - scritta proprio dall'avvocata Busia - secondo la quale l'assassino decade automaticamente dalla lista degli eredi. Nel tribunale di Nuoro ci sono altre due cause pendenti nei confronti di Rocca, intentate dalle due avvocate che tutelano la figlia: quella per il mantenimento della ragazza che chiama il padre ad adempiere e a pagare gli arretrati e quella sulla divisione del patrimonio ereditario di Antonio Rocca, padre dell'ergastolano, morto qualche anno fa. La giudice Tiziana Longu dovrà pronunciarsi sulla ricostruzione dell'asse ereditario e sulla divisione tra la moglie Mariuccia Marchi e i figli, secondo le volontà testamentarie.