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Ventidue anni e mezzo di carcere sono stati inflitti a Salvatore Mameli, il 68enne di Maracalagonis accusato di aver ucciso il compaesano e vicino di podere Giuseppe Pintore, 80 anni, il 6 marzo dello scorso anno con due colpi di pistola.
L'accusa aveva chiesto 26 anni di reclusione, non contestando la premeditazione e concedendo anche le attenuanti generiche. I giudici hanno accolto la ricostruzione, ma hanno ridotto la pena nei confronti del pensionato, collegato all'udienza in streaming dal carcere di Uta. Le perizie avevano dimostrato che ad uccidere il vicino di podere era stata la Smith & Wesson legalmente detenuta dall'imputato, sequestrata nella sua casa tempo dopo assieme a quattro proiettili calibro 7,65. Secondo la ricostruzione della Procura l'omicidio è avvenuto per rubare all'anziano pensionato i pochi soldi che custodiva nel portafogli, mai ritrovato.
La sentenza è stata pronunciata dalla presidente della Corte d'Assise di Cagliari, Tiziana Marogna, affiancata a latere dalla giudice Sandra Angioni, al termine della camera di consiglio che è seguita alle repliche del pubblico ministero Emanuele Secci e del difensore Stefano Piras.