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Dopo una lite aveva preso il fucile e sparato, colpendo al petto il rivale, Massimo Setti. Così Gianluigi Zuddas, falegname di 57 anni, è stato condannato oggi per omicidio volontario dal Gup del Tribunale di Cagliari Giuseppe Pintori. La sentenza è arrivata dopo alcune ore di camera di consiglio: 14 anni di reclusione, derivati dall'assenza di premeditazione e dallo sconto di un terzo della pena per la scelta del rito abbreviato.
Il 24 agosto 2016 a Siurgus Donigala Zuddas e Setti, vicini di casa, avevano avuto un diverbio poco dopo le 20. Il secondo, 39 anni, si era presentato davanti all'abitazione del falegname impugnando un bastone e un cacciavite. Era da tempo, secondo quanto appurato dalla Procura, che i due vivevano in tensione. Sta di fatto che dopo aver detto a Setti di allontanarsi, Zuddas ha impugnato il proprio fucile e fatto fuoco, colpendo il rivale che è morto quasi subito. Dopo essersi barricato in casa in attesa dell'arrivo dei carabinieri, il 57enne si era consegnato ai militari di Dolianova.
E oggi, al termine del processo con rito abbreviato, l'uomo è stato condannato a 14 anni, due in meno rispetto a quelli chiesti dalla pm Liliana Ledda. Proprio la ricostruzione dell'accaduto ha convinto la pubblica accusa e poi anche il giudice a non applicare la premeditazione.