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Esattamente un anno fa, il 15 febbraio 2020, videro morire la mamma davanti ai loro occhi. Quel terribile giorno, le gemelle di 11 anni furono costrette ad assistere all'accoltellamento della loro madre, Zdenka Krejcikova, 40enne di origine ceca, uccisa a Sorso dal suo compagno.
Oggi, nell'aula della Corte d'Assise di Sassari, le psicoterapeute della Neuropsichiatria infantile dell'ospedale di Sassari hanno raccontato proprio lo choc vissuto dalle due sorelline.
Una delle sorelle, disabile, rifiutava perfino il cibo, mentre la gemella ha avuto bisogno di giorni prima di capire cosa fosse realmente successo e prendere coscienza che l'uomo che continuava a chiamare papà fosse l'assassino della mamma. La loro condizione è migliorata dopo l'arrivo a Sassari della nonna materna, che ora le ha in affidamento.
Davanti alla Corte presieduta da Massimo Zaniboni, giudice a latere Giuseppe Grotteria, al pm Paolo Piras, all'imputato e al suo avvocato difensore, Lorenzo Galisai, le psicologhe hanno quindi disegnato il trauma subito dalle bambine, rappresentate dagli avvocati di parte civile, Pietro Diaz e Teresa Pes.
Al banco dei testimoni si sono presentati anche un avventore di un bar di Usini, dove Fadda si era fermato con le bambine, subito dopo avere abbandonato Zdenka ormai in fin di vita a casa di un conoscente, e i carabinieri che avevano intercettato e inseguito l'uomo nella sua folle fuga a 200 km all'ora lungo la 131, prima di arrestarlo nel parcheggio di un centro commerciale di Predda Niedda, a Sassari.
Nelle prossime udienze saranno ascoltati altri testimoni dell'accusa e delle parti civili, prima della requisitoria del pm, delle arringhe degli avvocati e della sentenza, attesa per giugno.