PHOTO
“Mia moglie non si sentiva in pericolo, controllava la videosorveglianza perché voleva sapere cosa facevo io, cosa prendevo da casa”. Queste le dichiarazioni spontanee rilasciate oggi in Corte d'assise a Sassari, da Fulvio Baule, il 41enne di Ploaghe a processo per aver ucciso a colpi d'ascia i suoceri, Basilio Saladdino e Liliana Mancusa, il 26 febbraio 2022, a Porto Torres, riducendo in fin di vita la moglie, Ilaria Saladdino, dal quale si era appena separato.
L'imputato, assistito dall'avvocato difensore Nicola Lucchi, all'udienza durante la quale la Corte presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, a latere Valentina Nuvoli, ha sentito le deposizioni di quattro testimoni, ha chiesto di poter intervenire. “L'impianto di videosorveglianza della casa è sempre stato in funzione; mia moglie controllava le telecamere non perché si sentisse in pericolo, ma per vedere cosa facevo io, cosa avevo portato via”, ha precisato, spiegando che lui aveva portato via da casa i regali ricevuti dai bambini per il battesimo “perché mi ero accorto che lei aveva preso dei miei documenti per consegnarli al suo avvocato”.
Poco prima in aula erano comparsi i comandanti delle Stazioni dei carabinieri di Ploaghe, dove la coppia viveva con i due figli gemelli, e di Codrongianos, intervenuti la sera del 20 ottobre 2021 nell'abitazione dei Baule in seguito a una segnalazione della sorella di Ilaria Saladdino, preoccupata perché mentre parlava al telefono con la donna aveva sentito il marito urlare contro di lei.
Sentite anche le testimonianze della dirigente dei Servizi sociali del Comune di Ploaghe, e il parroco del paese. Tutti hanno riferito che, nonostante le tensioni, non hanno ravvisato situazioni di pericolo imminente all'interno della famiglia. Il processo è stato aggiornato al 9 gennaio 2024 per le deposizioni degli ultimi testi della difesa.