Li separano migliaia di chilometri. Il padre è a Cagliari per lavoro, mentre il figlio 32enne è a Kiev e sta difendendo l'Ucraina dai russi.

"È lì a combattere - spiega- chiedendo l'assoluto anonimato per proteggere il suo ragazzo - l'esercito ucraino da solo non può farcela. E sta chiedendo l'aiuto dei civili distribuendo le armi anche nella capitale. Sì, anche mio figlio ora ha un'arma in mano".

Paura per quel figlio in pericolo. Ma anche orgoglio: "L'ho sentito poco fa - continua - mi spiega che la situazione è tranquilla, ma ho la sensazione che non mi dica tutta la verità allo scopo di rassicurarmi. Certo, poteva rifiutarsi e farsi gli affari suoi. Ma mi ha detto: “se non lo difendiamo noi chi lo difende questo Paese”.

"In questo momento nessuno può tirarsi indietro". Una guerra che sta coinvolgendo anche chi non aveva mai preso un'arma in vita sua. La conferma arriva indirettamente anche dal console ucraino in Sardegna Anthony Grande: "Stiamo cercando di riportare in Sardegna dai familiari - ha spiegato - soprattutto donne e bambini. Perché gli uomini, sottolineo volontariamente, stanno scegliendo di rimanere in Ucraina a difendere il proprio Paese".