«Come è possibile contrastare lo spopolamento attraverso finanziamenti pubblici se poi nei piccoli paesi si riducono drasticamente i servizi essenziali?». Il sindaco di Teti Laila Dearca ancora una volta si fa portavoce del grido d’allarme che parte dalle comunità del centro Sardegna.

Il primo cittadino punta l'attenzione sulla chiusura a singhiozzo dell’ufficio postale del paese in una prospettiva che sembra voler confermare la politica graduale dei tagli.

«Il nostro territorio è talmente disagiato - dice il sindaco Dearca - che non è possibile spostarsi da un paese all’altro con facilità. Le Poste da noi aprono il martedì, il giovedì e il sabato e questo genera lunghe file e disagi che si ripetono ogni volta. C’è tanta amarezza, non solo ci fanno sentire piccoli, ma anche impotenti. I cittadini di Teti pagano le tasse come coloro che vivono in città, ma non usufruiscono degli stessi servizi. Tutto questo è inconcepibile».

La stessa identica situazione si verifica nel paese di Tiana dove l’ufficio postale è aperto a giorni alterni.

«I cittadini si lamentano - dice il sindaco Bruno Curreli - e noi abbiamo le mani legate. Non possiamo fare nulla, siamo impotenti. Non è pensabile che lo spopolamento possa essere contrastato attraverso la riduzione dei servizi. Le persone anziane sono costrette a stare in fila alle Poste per ore e devono organizzare la loro vita in base agli orari d'apertura e chiusura degli uffici. Chiediamo alla classe politica una maggiore attenzione per le nostre comunità e per la nostra gente».