"Stiamo da ultimo assistendo alle più fantasiose speculazioni e spartizioni energetiche della nostra Sardegna, da parte di multinazionali e fondi di investimento stranieri che hanno presentato progetti per l’installazione di aerogeneratori sia offshore davanti alle nostre magiche e uniche coste, che impiantati sulla terra ferma. Centinaia di progetti che fanno parte, forse, di una strategia speculativa creata appositamente per la Sardegna, che prevederebbe l’installazione di imponenti parchi eolici spesso contro il volere delle comunità e del territorio". Così in una nota l'organizzazione sindacale UGL Chimici-Energia.

"L’orizzonte marino - prosegue - sarà costellato di aerogeneratori, ma anche pascoli e terreni adibiti alla coltivazione sono oggetto di interesse di multinazionali che propongono 2000-2500 € circa per ettaro in affitto per poi occuparlo con il  fotovoltaico. Tutto ciò a scapito del comparto agro pastorale e dell’agroalimentare, che da ultimo vengono anche finanziati con i PSR piani di sviluppo rurale della Sardegna. Come UGL Chimici-Energia, riteniamo scellerata  la scelta di voler chiudere le centrali a carbone, anziché revampizzarle con impianti di nuova generazione per ottenere una soluzione programmabile per l'approvvigionamento energetico, non si può dire lo stesso per le rinnovabili che programmabili non lo sono per niente". 

"Le centrali a gas o a biomasse lasciano spazio ai BESS (Battery Energy Storage System) o stoccaggio energetico in batteria, costruite in Asia, Corea, Stati Uniti, ecc...e non in Italia. Una serie di interrogativi ci sorgono spontanei come Sindacato - aggiunge -, come mai il governo Draghi ha aperto la strada all’assalto con i progetti sull’eolico e in particolar modo in Sardegna? Dove fra le altre cose impiantisticamente non abbiamo infrastrutture all’altezza. L’installazione e lo smaltimento dei Bess saranno un aggravio nelle bollette dei Sardi e degli italiani, come già accade con gli incentivi sul fotovoltaico? Ha un senso affollare i nostri mari e le nostre coste mozzafiato di parchi eolici, occupare pascoli e terreni destinati all’agricoltura, per poi esportare l’energia prodotta attraverso il tyrrhenian link  verso altre regioni...e nel mentre perdere almeno oltre mille posti di lavoro in Sardegna?".

"Già - si legge ancora - perché nessuno parla della questione cruciale in questa vicenda, l’occupazione dei Lavoratori interni e delle imprese esterne. Almeno 1000 occupati presso la centrale EP di Fiumesanto e nella centrale Enel Grazia Deledda nel Sulcis e centinaia di Lavoratori dell’indotto a queste collegati, che non avranno più un occupazione certa. Nessuno responsabilmente afferma quale occupazione, quale forza lavoro verrà assorbita dalle multinazionali del sole e del vento… la risposta è nessuna. Sarà una catastrofe occupazionale, posti di lavoro sicuri polverizzati in cambio di precariato con la scadenza imposta. Non solo, abbiamo una grande storia consolidata di costruzione e immediata vendita di interi parchi eolici ad altre multinazionali per accrescere esclusivamente il business di queste ultime, ma senza ricadute sui territori".

Franco Peana: "E’ questo che si vuole per la Sardegna e i suoi figli?  Per UGL Chimici-Energia, servono garanzie e ricadute occupazionali certe, necessitano certezze sull’approvvigionamento energetico e con la possibilità di poter disporre di potenze programmabili che solo il thermo può garantire, pertanto serve permettere ai produttori il rinnovo tecnologico degli attuali impianti a carbone, eseguito con loro capitali ma con la garanzia sulla futura produzione. Ci troviamo in un isola non c’è spazio per le sperimentazioni sulla pelle e a costo dei Sardi. La politica e le istituzioni siano vigili e garanti per tutte le comunità... per i Sardi".