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"Un anno fa, il 3 aprile 2020, la triste notizia del ritrovamento dei corpi di Davide e Massimiliano Mirabello, i due fratelli calabresi, trucidati a Dolianova. Triste epilogo di una scomparsa e di vane ricerche per quasi due mesi". L'avvocato Gianfranco Piscitelli, difensore della famiglia delle vittime e da subito vicino alle sorelle dei due uomini assassinato l'anno scorso a Dolianova, racconta un anno di dolore e attesa.
"Un trillo di telefono che ha spezzato il cuore di Eleonora Mirabello, Caterina Mirabello ed Adelaide Mirabello tre sorelle unite tra loro ed ai fratelli da un nodo d'amore indistruttibile - spiega il legale in un lungo post su Facebook -. La fine di ogni speranza, benché piccola, per loro e per Luana Piano, compagna di Massimiliano e per i suoi figli. Certo la notizia, rispetto al non sapere, doveva dare inizio alla elaborazione psicologica del lutto, ma questo dolore sembra non placarsi".
"Appare tutto irreale, ingiusto, bugie su bugie, depistaggi, delusioni sull'esito della chiusura delle indagini e nella lettura dei capi di imputazione....è un dolore che non cessa, si mescola con la rabbia, con la certezza di una Giustizia e di una Verità che ci si aspettava ma che si allontana sempre più. Resta il vuoto e la consapevolezza che Davide e Massimiliano non torneranno più. E leggere le 7500 pagine del fascicolo processuale, l'apprendere che Massimiliano probabilmente era ancora vivo quando è stato buttato peggio di un rifiuto tra la sterpaglia dove è stato ritrovato con Davide esattamente un anno fa, in balia delle intemperie e degli animali selvatici, può solo peggiorare la situazione".
"Il 29 prossimo - conclude Piscitelli - tre imputati affronteranno una udienza preliminare che a loro offrirà ancora "possibilità", possibilità, speranze, sogni che a Massimiliano e Davide, mani e menti assassine hanno strappato per sempre, come anche ai loro cari".
Omicidio volontario in concorso, soppressione di cadavere, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto illegale di armi. Sono i reati di cui sono imputati l’allevatore di Dolianova Joselito Marras, 53 anni, e il figlio Michael, 28 anni, in carcere con l’accusa di aver ucciso i fratelli di San Gregorio d’Ippona Davide e Massimo Mirabello, di 40 e 35 anni, nelle campagne del paese del sud Sardegna nel febbraio del 2020. Stefano Mura, 44 anni, anche lui di Dolianova, è invece accusato di favoreggiamento personale perché, dopo il duplice omicidio, avrebbe omesso di riferire ai carabinieri di aver rinvenuto il giorno precedente un coltello intriso di sangue vicino alle chiazze presenti in località “Fontana de Pirastu”. L'uomo avrebbe poi consegnato ai carabinieri un pugnale in ferro differente.