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Sono oltre 5mila gli atti prodotti dalla Giunta e Consiglio regionale della Sardegna nel corso di 4 anni e mezzo di questa quindicesima Legislatura, esaminati da Confartigianato Imprese Sardegna attraverso il “Rating della Regione Sardegna”.
Delibere, proposte di legge, relazioni, interrogazioni, risoluzioni, mozioni, ordini del giorno e interpellanze: tutto è stato letto, analizzato, vagliato e valutato secondo 7 priorità che gli imprenditori avevano individuato già prima delle elezioni (burocrazia, fisco e costo del lavoro, credito e pagamenti, sviluppo territoriale e programmazione, istruzione e formazione, infrastrutture e trasporti e riforma dell’Artigianato).
«In questi anni sono stati analizzati, categorizzati e georeferenziati una mole importante di dati che Confartigianato mette a disposizione della società – hanno sottolineato Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna - e, perché no, della stessa Politica regionale. Sottolineiamo come la stragrande maggioranza degli atti, nella legislatura, sia stato licenziato dalla Giunta (4.114 atti) contro i 925 del Consiglio. Sul totale, 1.550 hanno inciso sulle priorità artigiane: 325 sono stati i favorevoli, 1.197 quelli neutrali e solo 28 i contrari. Attraverso questo studio – hanno aggiunto – emerge come al settore artigiano non sia stato dato l’adeguato rilievo che avrebbe meritato, considerata l’importanza che questo riveste nell’economia regionale».
Secondo i dati emersi dal dossier, si ha un’ampia maggioranza di atti prodotti da Assessori e Consiglieri non intercettare le priorità e le istanze espresse dagli artigiani e raccolte da Confartigianato prima dell’avvio della Legislatura.
Inoltre emerge un incremento dell’attenzione verso i temi delle piccole imprese e del settore artigiano soltanto nella parte finale della Legislatura. «Troppo tardi – dicono da Confartigianato Sardegna– per dare segnali di attenzione adeguati ed efficaci verso le imprese artigiane».
Per contro, una nota positiva per le piccole realtà è stata l’istituzione della “Commissione speciale sulla grave situazione delle imprese dell’artigianato e del commercio”, dalle cui attività è scaturita una proposta di Legge confluita nella Manovra Finanziaria 2019 appena approvata, l’atto più influente della Legislatura, però non valutato nel Dossier che, come detto, ha “scattato la fotografia” il 31 agosto
scorso. «Nonostante questo,– sempre secondo le imprese artigiane – l’attività registrata intorno alla prioritaria Riforma del settore artigiano risulta insufficiente».
Secondo Confartigianato Sardegna, in ogni caso, «Va registrato come, spesso, atti emanati dalla Giunta o dal Consiglio, valutati positivamente, si siano poi spesso rivelati in sede di attuazione, totalmente non rispondenti alle aspettative (è il caso degli incentivi alle imprese come i cosiddetti T1 e T2). In alcuni casi, a distanza di tempo, alcuni atti non hanno nemmeno visto l’avvio del relativo iter amministrativo (è il caso degli incentivi ai birrifici artigianali). In questi casi, occorrerebbe indagare quali siano state le criticità politiche e/o tecniche che hanno ostacolato il percorso attuativo di tali atti. E’ quello che faremo con il nuovo Rating nella prossima Legislatura».
Un altro aspetto riguarda il grado di coinvolgimento delle Organizzazioni di Rappresentanza all’interno dei processi decisionali delle politiche regionali, e in particolare di Confartigianato Imprese Sardegna. “Coinvolgimento – hanno rimarcato il Presidente e il Segretario – che avrebbe potuto essere maggiore. Al netto di alcuni casi meritevoli di apprezzamento (vedasi la Cabina di regia dell’internazionalizzazione) numerose politiche sono state elaborate senza un adeguato coinvolgimento dell’Associazione, la quale avrebbe potuto esprimere la propria voce mediante proposte vicine alle istanze del settore, ma anche rivestire un ruolo di collaborazione con la Regione in fase attuativa delle stesse (uno degli esempi è il programma “Entrepreneurship and back&rdquo😉rdquo).