Una petizione chiederà la revoca della cittadinanza onoraria concessa nel 1924 dal comune di Terralba a Benito Mussolini e all'allora prefetto di Cagliari, il generale Asclepia Gandolfo. Promotore e' il Comitato Madiba Coscienza Civile, che nel paese della bonifica oristanese e' stato gia' protagonista di iniziative per i diritti civili, la lotta alla disuguaglianza e alle discriminazione.

"Pensiamo di presentare la petizione nel corso di una manifestazione pubblica", afferma Gesuino Loi, ex sindaco di Terralba, uno dei responsabili del Comitato. L'anticipazione del contenuto del documento, comunque, sta alimentando accese discussioni sulle piattaforme social.

"Chiediamo la revoca delle delibere assunte il 14 maggio 1924 dall'allora commissario prefettizio del Comune di Terralba Domenico Palmas, con le quali si concedeva la cittadinanza onoraria a Mussolini e Gandolfo", spiega Loi. "Le delibere, contravvenendo ai principi basilari della rappresentanza politica democratica, erano e sono irrispettose dei diritti politici fondamentali dei terralbesi, di allora e di oggi".

Nella petizione si ricorda che il consiglio comunale venne sciolto e proprio il prefetto di Cagliari nominò l'allora segretario del comune di Oristano Salvatore Palmas quale commissario.

"Con la richiesta di revocare le delibere commissariali non si vuole certamente cancellare la memoria di quegli anni, che anzi deve essere mantenuta sempre viva e vigile, ma si vuole restituire dignita' all'istituto della cittadinanza onoraria e ai terralbesi", si legge nella petizione del Comitato Madiba.

"Tale onorificenza non deve essere concessa ne' riconosciuta a chi ha calpestato le liberta' e i diritti naturali, fondamentali ed inalienabili dell'uomo. Riteniamo pertanto che Mussolini e Gandolfo non abbiano titolo alcuno per essere omaggiati della cittadinanza onoraria del nostro paese, e al contrario vadano riaffermate le gravi responsabilità politiche e storiche verso i sardi e i terralbesi in particolar modo".

"Benito Mussolini", si legge ancora nella petizione, "si approprio' della bonifica del terralbese voluta e iniziata nel 1918 dai sardi, ne stravolse le finalita', estromise la nostra popolazione da quel territorio, trattandola come collettività senza diritti, imponendo, con l'intimidazione del suo stato di polizia e con l'inganno anche il silenzio ai nostri concittadini".

"Sono altrettanto tristemente note", e' scritto ancora nella petizione del Comitato Madiba, "le sue responsabilità e malvagita' come capo del partito fascista prima e come capo del governo italiano poi. L'instaurazione del regime privo' il popolo italiano delle Liberta' politiche, sindacali ed organizzative per venti anni, imponendo un regime totalitario che si reggeva sulla paura e sulla repressione".