Non sarà semplicemente una maratona quella da affrontare domenica prossima per Daiva, che sino a cinque anni fa non aveva nemmeno le scarpe da corsa, ma sarà una fusione tra il corpo (la corsa) e la mente (il libro) per dare un calcio ai pregiudizi, alle paure, alle difficoltà. Una corsa per ispirare più persone possibile a tirare fuori la Ferrari rossa che ognuno di noi ha parcheggiata dentro.

Tutto nasce dal libro "Senza la Ferrari rossa" scritto in italiano proprio da Daiva Lapen, lituana che vive in Sardegna ormai da diversi anni, e che si sente sarda pur non essendo nata nella nostra Isola. Il romanzo, che qualche anno fa nemmeno esisteva, oggi si trova in tutte le migliori librerie e online.

Il filo conduttore del romanzo è proprio “la Ferrari rossa”, ovvero quel potenziale, eccellenza ed eleganza che è dentro di noi e che non è mai troppo tardi per tirarlo fuori ed essere la prossima Ferrari.

"Signor Enzo Ferrari, lei ha creato tutte queste automobili, qual è la Ferrari migliore?" chiese un giornalista. "La Ferrari migliore? La prossima." rispose Enzo Ferrari. Da qui parte Daiva nella spiegazione del suo libro.

“Ecco, ognuno di noi può essere la prossima Ferrari. E voglio che questa idea si diffonda il più ampiamente possibile tra le persone attraverso le parole (con il libro, che ora sto scrivendo anche in inglese e lituano) ma anche con i gesti. Ecco perché io, che non ho mai corso in vita mia decisi di correre la maratona e non una qualsiasi, ma la regina delle maratone, quella di New York. Ci sono voluti cinque anni di preparazione e risparmi, ma il 4 novembre di quest'anno calpesterò i cinque distretti della Grande Mela”.

“Da giornalista so benissimo che il semplice fatto di fare la maratona non è chissà quale notizia. Infatti, il mio scopo non è fare notizia, ma ispirare. Ispirare più persone possibile a soffiare via la polvere da quella Ferrari parcheggiata dentro e schiacciare il pedale dell'acceleratore. 

E ormai ad accelerare non sono da sola. Costretta dalle intemperie della vita ho dovuto cercare dei sostenitori morali e degli sponsor per realizzare il progetto, e ho trovato un bouquet unico.

Alcuni imprenditori lituani e italiani, tra i quali anche due “Ferrari” sarde, la comunità lituana in Sardegna della quale sono presidente, una onlus che si prende cura dei bambini abbandonati e maltrattati, alcuni miei parenti e i miei genitori, tutti delle vere Ferrari nel loro campo, hanno contribuito alle spese”.

Sono stati invece alcuni atleti italiani (in particolare Catherine Bertone) e lituani, tra i quali una campionessa olimpionica, un trail runner e un ex giocatore di basket ad aiutare, incoraggiare e allenare Daiva Lapen per questa sua sfida.

Ha suscitato talmente tanto interesse l’argomento del tirare fuori la Ferrari parcheggiata dentro ognuno di noi, che a Daiva è stato chiesto dalla Radio e Televisione lituana di non correre e basta durante la maratona di New York, ma di fare anche dei collegamenti in diretta prima, dopo e durante questa sua esperienza, proprio per ispirare e motivare le persone a fare altrettanto.

“Credo che l'idea di tirare fuori la Ferrari ed essere la propria versione più elegante non può che ispirare tantissimi sardi. Bisogna spargere questa idea ed aiutare a tirare finalmente fuori quel capolavoro che i sardi  hanno dentro”.