PHOTO
“Si tratta di un progetto che aiuta a togliere la testa da sotto la sabbia, sono molto contenta: si propone di applicare il metodo scientifico ad una realtà che ha bisogno di uscire dalla melma delle opinioni discordanti. Qui non si tratta di ascoltare opinioni, ma di cercare di comprendere bene le dimensioni di un fenomeno che esiste, e tutti insieme - docenti, personale, studenti - portare avanti un percorso di lotta alla discriminazione e di promozione della parità di genere”.
Così Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari, ha presentato questa mattina “SUPERA - Supporting the Promotion of Equality in Research and Academia”, che vede l’Ateneo del capoluogo sardo partner di uno degli appena due progetti approvati in tutta Europa sul tema dell’equilibrio di genere, in questo caso nel mondo della ricerca scientifica, a valere sui fondi Horizon2020.
“Il messaggio che vorrei passasse – ha chiarito in apertura Luigi Raffo, coordinatore locale di SUPERA, che ha presentato il progetto con alcune docenti - è che nessuno di noi è sufficientemente distante dalle questioni di genere per non occuparsi di gender equality plan, perché questo riguarda la qualità della nostra vita e la qualità della ricerca che facciamo”. Una vera e propria chiamata all’azione di tutti - docenti, personale e studenti - che parte dai dati dell’Ateneo, che – ha rivelato il Magnifico – “sono preoccupanti. È chiaro che lo squilibrio di genere è un dato di fatto che risale a un problema ancestrale, perché sono scelte che vengono fatte usando la parte del cervello legata alla emotività. È importantissimo acquisire i dati e vedere cosa si può fare”. Esattamente quello che si propone di fare il team del progetto: “Vogliamo una inclusività al 100% - dettaglia Cristina Cabras - Docenti e studenti andranno a caccia dei pregiudizi in ogni settore. Siamo molto motivati e andremo avanti grazie al coinvolgimento di tutti. Il genere deve restare soltanto una contaminazione, una possibilità condivisa per tutte e per tutti”. In questi giorni, la fase di avvio – ha spiegato Ester Cois – prevede la somministrazione di un questionario on line che sarà compilabile in 15 minuti, e la creazione di una rete permanente su base volontaria in tutto l’organigramma dell’Ateneo, una sorta di “sentinelle” che scoveranno le criticità. A questi si affiancheranno i FABLAB, specifici laboratori sul tema. Successivamente, la predisposizione di idonei strumenti di comunicazione completerà il progetto, che rimarrà aperto per successive implementazioni.
Il Prorettore vicario e Presidente del Comitato Unico di Garanzia, Francesco Mola, ha affermato che “sarà fondamentale l’analisi del contesto, è affascinante l’idea di costruire qualcosa di sistematico, con i requisiti della scalabilità e della portabilità: si tratta di una iniziativa esportabile in altri contesti. Per questo è importante aver ottenuto il coinvolgimento della Presidenza della Regione autonoma della Sardegna”.
“La strada è lunga – ha aggiunto il Rettore Del Zompo - ma anche un certo modo di portare avanti la politica tende a favorire l’idea di mascolinità nella nostra società: oggi devi essere per forza deciso, duro, tratti caratteriali che certamente non appartengono di base ad una figura femminile”.
“Si partirà dall’analisi – ha precisato la prof.ssa Cabras - poi si passerà alla pianificazione, alla implementazione del gender equality plan, quindi il monitoraggio per il miglioramento continuo in base ai risultati riscontrati”. “Sarà un percorso lungo 4 anni verso il piano per la parità di genere – ha specificato la prof.ssa Cois - Uno strumento a disposizione delle politiche di inclusione dell’ateneo in tutti gli ambiti in cui lavora, progettuale e partecipativo. Dovrà coinvolgere tutte le componenti della nostra università: UniCa è agente di promozione della parità di genere, SUPERA è uno strumento di cambiamento, promuove principi di equità e cittadinanza sostanziale”.
“Intervenire sugli effetti negativi degli stereotipi e dei pregiudizi è indispensabile – ha aggiunto Cristina Cabras - La letteratura scientifica mostra che si tratta di pregiudizi presenti fin dalla tenera età. L’elemento di genere a parità di curriculum influenza il risultato che si ottiene nella valutazione. Il nostro obiettivo – grazie alla sensibilità del Rettore che ha fortemente voluto questo progetto - è non solo rilevare, ma comprendere e spiegare le ragioni delle disuguaglianze”.
La conclusione del Rettore: “Per crescere – ha raccomandato - la nostra società deve interagire, confrontarsi, ascoltare e poi decidere: questo stile porta certamente ad una convivenza veramente inclusiva che piace. Abbiamo una responsabilità sociale precisa anche in questo senso”.