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Spesso si sente dire che i giovani siano i più restii a donare il sangue, ma Chiara Simula, 23 anni, volontaria della sezione Avis di Uri, è l’esempio di come invece tanti ragazzi dal cuore colmo di generosità e altruismo si impegnano quotidianamente nel sociale.
La donazione del sangue rappresenta infatti uno degli gesti di massimo amore nei confronti del prossimo e quotidianamente permette di salvare tante vite, ma la carenza del prezioso fluido continua purtroppo a costituire una grande emergenza, soprattutto in Sardegna dove c’è un alto numero, rispetto alle altre regioni d’Italia, di persone affette da talassemia, circa 1000 rispetto alle 5-6000 di tutta la Penisola, Sicilia compresa.
Sardegna Live ha avuto il piacere di incontrare Chiara che, con il sorriso e la grande allegria che la contraddistingue, ci ha raccontato la sua bellissima storia da donatrice.
“A 18 anni ho donato il sangue per la prima volta e da allora non ho più smesso – afferma con gli occhi pieni di gioia – Da piccola vedevo mio papà rientrare a casa dopo aver donato ed era sempre un po' scarico, ma molto felice di aver aiutato delle persone, quindi lui è stato il mio primo esempio e decisi che anche io, una volta diventata maggiorenne, avrei donato. Così ho fatto e continuerò finché potrò”.
Non solo donare, ma anche parlare il più possibile di questo gesto fondamentale con le persone attorno, “La sezione Avis di Uri si impegna tantissimo in questo senso, attraverso le numerose campagne di sensibilizzazione, per cercare di coinvolgere i giovani – spiega la giovane donatrice – ma io stessa cerco di portare sempre questo argomento in alto con amici e, quando andavo a scuola, con i compagni di classe. È fondamentale che tutte le persone in salute donino per fare in modo che le riserve di sangue ci siano sempre per tutti”.
Per quanto riguarda le paure legate alla donazione appartenenti sia ai giovani che a tantissimi adulti, come quella di stare male dopo il prelievo, quella di non poter svolgere nessuna attività per tutta la giornata o quella di svenire dopo la vista dell’ago, Chiara tiene a rassicurare che “non è assolutamente un gesto limitante, anzi riempie il cuore di gioia e questo rende immediatamente più leggeri. Inoltre – prosegue – si viene monitorati sia prima che dopo il prelievo, con tanto di super colazione e diverse persone competenti attorno, quindi anche se qualcuno dovesse stare male, niente paura. Io dono da 5 anni e non ho mai avuto alcun tipo di problema”, sottolinea Chiara.
“Una cosa che tengo a precisare – prosegue la volontaria 23enne – è che se ci si sente un po’ scarichi dopo aver donato, basta pensare che persone affette da talassemia o da altre patologie debilitanti si sentono scariche tutto il mese, mentre quando ricevono il sangue si sentono invece cariche, un vero e proprio circolo di energia, positività e amore. Doniamo tutti”, conclude Chiara Simula.