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Non c'era solo il "lavoro" da usuraio tra quelli esercitati da Salvatore Canu, il pregiudicato di 61 anni arrestato oggi dai carabinieri di Olbia per usura, estorsione e tentata estorsione aggravata. Seguito per due anni nei suoi movimenti e intercettato dai militari del nucleo investigativo, coordinati dal tenente Andrea Asuni, Canu era pronto a far saltare in aria, con 1,5 chilogrammi di tritolo, una delle case di una famiglia della provincia di Nuoro per convincere un avvocato a condurre in un determinato modo la trattativa di una controversia su una eredità.
"Recupera esplosivo, una bomba da un chilo e mezzo...quello da cava, per far esplodere una casa", dice al telefono mentre i carabinieri sono in ascolto. E proprio quest'ultima conversazione ha convinto i militari e il Gip di Nuoro ad agire e fermare il 61enne, ex operaio forestale in pensione, originario di Bono, ma da anni residente a Olbia, in uno stazzo nella frazione di Putzolu.
Da tempo i carabinieri avevano scoperto che l'uomo teneva sotto scacco un gruppo di persone, tutte del nuorese, cui aveva prestato denaro con interessi che superavano anche il 60%. Tutte famiglie o imprenditori disperati per la loro situazione economica che, avendo ricevuto il no dalle banche, si sono rivolti a Canu.
Al telefono, per timore di essere intercettato, l'uomo parla del 'piano di ammortamento' come se fosse al mercato del pesce: "12 chili di cozze", per indicare 12 rate da pagare. Dalle indagini è emerso che Canu teneva una precisa contabilità di tutto il denaro prestato e che custodiva gli assegni delle vittime a garanzia della restituzione del prestito. In caso di mancato pagamento delle rate riscuoteva l'assegno e spesso minacciava i debitori.