Come ogni anno, l’Organizzazione mondiale della sanità ha dedicato l’ultima settimana di aprile (dal 24 al 30) all’immunizzazione per sensibilizzare la popolazione e gli operatori sanitari sull’importanza dei vaccini in tutte le fasi della vita.  È assodato, infatti, che i vaccini proteggono e aiutano a proteggerci. Lo insegna la storia che, già dal 1796, vede la nascita delle prime “armi” da utilizzare contro un nemico, il vaiolo, che tante morti aveva provocato sino ad allora. I vaccini hanno quindi un ruolo cruciale nel ridurre malattie gravi e nel prevenire e contrastare le epidemie. L’ultima esperienza del Sars-Cov2 ci ha ricordato l’importanza di sottoporsi a immunizzazione per combattere la pandemia.

Ma, proprio l’emergenza da Covid-19, che ha avuto un impatto enorme sulla popolazione del Globo, ha mostrato come nel 2020 siano calate le coperture vaccinali obbligatorie. Da una parte il lockdown che ha “costretto” a casa milioni di persone per paura del contagio e che hanno rimandato le vaccinazioni programmate per sé e per i propri figli. Dall’altra, l’impegno stretto del servizio sanitario contro il Sars Cov2 ha concentrato, soprattutto nella prima fase della pandemia, il personale a fronteggiare l’emergenza.

Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, l’Oms ha fatto sapere che nel mondo la copertura globale è scesa dall'86% nel 2019 all'83% nel 2020, e si stima che 23 milioni di bambini di età inferiore a un anno non abbiano ricevuto le vaccinazioni di base, il numero più alto dal 2009.

Ecco perché quest’anno, la settimana mondiale ed europea dell’immunizzazione (ricadono entrambe nello stesso periodo) assumono una rilevanza maggiore: puntano a mettere in evidenza l’azione collettiva necessaria a promuovere l'uso dei vaccini per proteggere le persone di tutte le età dalle malattie. E lo slogan di quest’anno scelto dall’Oms è emblematico: Long life for all, Lunga vita per tutti.

«Il Covid ci ha distratto – afferma professor Paolo Castiglia, direttore della struttura di Direzione e controllo delle infezioni ospedaliere dell’Aou di Sassari – e ha fatto dimenticare l’importanza delle vaccinazioni. Queste, infatti, aiutano in tutte le fasce d’età, dai bambini agli anziani, passando per i soggetti fragili».

«Pensiamo – prosegue il docente – che in Italia, nel 2020, le vaccinazioni antipolio sono diminuite di un punto percentuale, mentre quelle per il morbillo di 1,7 punti percentuali. Si tratta di cali importanti, in grado anche di riaprire possibili focolai. Ecco perché, ai fini della prevenzione, è importante continuare a vaccinare».

L’obiettivo quindi è quello di non vanificare gli sforzi fatti nel passato e sensibilizzare la popolazione ad aderire alle campagne vaccinali. E così, se da una parte le vaccinazioni obbligatorie rientrano nella competenza dei servizi sanitari territoriali, da parte sua l’Aou prosegue con l’attività di vaccinazione anti Covid.

«È necessario – ricorda Castiglia  –  che coloro che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale lo facciano quanto prima, così come coloro che ancora non si fossero vaccinati. Inoltre, stiamo già vaccinando con la quarta dose gli ultraottantenni e i soggetti fragili», conclude.

In tutti questi casi, per sottoporsi a vaccinazione è possibile recarsi al centro di viale San Pietro 8 dopo aver prenotato sul sito delle Poste o con accesso diretto nelle giornate di lunedì, martedì, mercoledì e venerdì, dalle 8,30 alle 13, il giovedì dalle 14,30 alle 18,30. Il centro vaccini dell’Aou, infine, ha iniziato a vaccinare contro il Covid anche i primi rifugiati ucraini che sono arrivati a Sassari nelle scorse settimane.