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Si è chiuso dopo quattro udienze l'incidente probatorio voluto dalla Gip del Tribunale di Cagliari, Maria Gabriella Muscas, sugli effetti dell'incendio del 18 aprile 2011 nel quale sarebbe morto Manuel Piredda, muratore 27enne di Gonnesa, ex compagno di Valentina Pitzalis, la giovane sfigurata dal fuoco e diventata un simbolo della violenza sulle donne.
Gli atti ora torneranno al procuratore aggiunto Gilberto Ganassi che nelle prossime settimane dovrà decidere se archiviare il fascicolo, proseguire l'indagine o chiuderla riservandosi di chiedere il rinvio a giudizio di Valentina Pitzalis, attualmente indagata per incendio e omicidio. Nell'ultimo faccia a faccia sono stati sentiti gli ultimi due consulenti della difesa della donna, un ingegnere che si occupa di incendi e il medico legale.
Le indagini erano state riaperte nell'agosto 2017 con l'esposto presentato dai legali della famiglia del giovane muratore, che non ha mai creduto alla ricostruzione dell'ex moglie, oggi presente in aula. "Sono viva e altre non ce l'hanno fatta, questo mi darà la forza di continuare", ha detto al termine dell'incidente probatorio accanto ai difensori Adriana Onorato e Cataldo Intrieri. "Ora ci aspettiamo l'archiviazione da parte del pm - ha ripetuto l'avv. Intrieri - poi faremo tutto quello che è in nostro potere per risarcire Valentina di questa ulteriore sofferenza".
Terminato l'incidente probatorio, solo due elementi della perizia fatta dagli esperti del Gip paiono determinati: sul corpo di Piredda non ci sarebbero segni di violenza che supportano la tesi dell'omicidio, ma anche che il giovane sarebbe morto soffocato prima che il fuoco lo bruciasse. Alla fine dell'udienza si sono detti soddisfatti sia i difensori di Pitzalis che quelli della famiglia di Piredda, gli avvocati Flavio Locci e Stefano Marcialis che insistono sul fatto che sia necessario un dibattimento per chiarire cause e responsabilità della morte del giovane.