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Il vasto incendio divampato nel primo pomeriggio di ieri nelle campagne attorno a Nughedu San Nicolò ha distrutto una zona caratterizzata da boschetti e macchia mediterranea e ha provocato tanta rabbia fra i cittadini.
Tra questi, il sindaco Michele Carboni che su Facebook si lascia andare a un amaro sfogo intriso di delusione, ma di forte determinazione, di denuncia e di ringraziamento per chi ha lavorato duramente.
"Fatalità? coincidenza? sfortuna?
No niente di tutto ciò.
Questa è una guerra.
Una guerra in piena regola fra noi e questi criminali che va combattuta con tutte le forze che abbiamo.
Anche oggi dobbiamo la sopravvivenza del nostro territorio agli uomini che erano pronti a morire sul campo.
E non sto esagerando.
Occorre esserci e viverle queste situazioni per capire cosa voglia dire andare incontro alle fiamme, a quella colonna di fumo che curva dopo curva si fa sempre più cupa e spaventosa.
A pensarci bene è un gesto totalmente innaturale.
L’istinto ti dice di tornare indietro e invece qualcosa ti spinge a non fermarti.
E poi ci sono gli occhi di chi è sul fronte del fuoco.
Agenti, coordinatori, operai, volontari.
Hanno tutti lo stesso sguardo arrossato, stanco ma incredibilmente determinato.
E non si arretra di un metro.
Per i ringraziamenti potete guardare quelli che abbiamo fatto il 7 Luglio.
Sono sempre gli stessi.
Il Dottor Muntoni, presente sul posto a tempo di record, il Dottor Casula, l'Assessore Lampis, il Corpo Forestale.
Tutto l’apparato di Forestas.
La Protezione civile, la compagnia Barracellare, i vigili del fuoco e l’arma dei carabinieri.
Ai volontari invece, oltre al ringraziamento, devo una birra per avermi riaccompagnato a casa ad operazioni concluse.
Giusto un appunto.
Sempre il solito.
Le guerre si vincono con gli uomini sul campo e noi non ne abbiamo più e fra qualche anno sparirà tutto l’apparato che oggi ci ha salvato.
Questo però è solo compito della politica.
Io sull'elicottero non ci ero mai salito fino a quest’anno, ma ora sta diventando un abitudine di cui posso fare molto volentieri a meno. Che noi siamo gente di terra."