Un'arringa lunga sei ore ha ricostruito le tappe fondamentali dei sette anni del processo sui cosiddetti "veleni di Quirra", per concludere con la richiesta di assoluzione degli gli otto comandanti del poligono militare di Perdasdefogu, alla sbarra a Lanusei, con l'accusa di "omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri".

La Procura contesta loro di non aver interdetto le aree militari dove si svolgevano brillamenti e lanci di missili e di non aver dotato il personale di dispositivi di protezione durante le attività. L'avvocato Andrea Chelo ieri al tribunale di Lanusei ha aperto le discussioni del collegio difensivo davanti alla giudice monocratica Nicole Serra: "Il disastro ambientale nel poligono è insussistente, data la perizia ordinata dal gup che ha prodotto la relazione del super esperto Mariano Mariani che ha escluso il disastro ambientale. Ma ci sono anche numerosi accertamenti scientifici che lo sostengono, non ultima la Conferenza di servizi chiusa nel 2015. Questo significa che a Quirra non vi è inquinamento".

Il difensore si è soffermato sulla "inesistenza di pericolo radioattivo chimico che è stata contestata dalla pubblica accusa, in ragione del fatto che nulla è stato trovato, sia all'esito della perizia del professor Mariani che dalle relazioni delle consulenze delle difese in dibattimento. I segnali di pericolo possono dirsi omessi se la condizione di pericolo c'è, ma in questo caso non c'è. Quanto alla presenza del torio nella zona, non è stato trovato in misura superiore ad altre aree dove non si può dire che ci sia attività antropica e le quantità rinvenute nel corpo dei cadaveri riesumati, sono in linea con la media della popolazione. Chiedo l'assoluzione degli imputati perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto e in subordine per la mancanza del dolo: mai dimostrato che quelle aree erano inquinate".

Non è dello stesso avviso il pm Biagio Mazzeo, che ha chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per i sei comandanti del poligono centrale e 3 anni per i due comandanti dell'area addestrativa militare che si affaccia sul mare, che devono rispondere solo del danneggiamento del fondale marino. Il processo riprende oggi con le arringhe degli avvocati Francesco e Pierfrancesco Caput. Mentre venerdì chiuderanno il cerchio della difesa gli avvocati Leonardo Filippi e Giandomenico Tenaglia.