Con il nome Mandrolisai non si identifica solo una parte di Sardegna, ma chi vive e ama questi territori sa bene che la parola custodisce un significato storico e culturale che ritrova nella produzione vitivinicola il suo prodotto d'eccellenza.

In questi giorni nel cuore dell'Isola i produttori hanno iniziato le operazioni di vendemmia e gli esperti, nonostante la grandinata dell'8 giugno abbia fatto temere il peggio, preannunciano un buon prodotto con indici di qualità elevata.

LA QUALITÀ «Ci troviamo di fronte ad un'annata del tutto particolare - spiega Gianfranca Lai, presidente della cantina Mandrolisai -. Le uve sono di qualità e quindi il vino avrà delle caratteristiche particolari dalla struttura e dai profumi intensi. Abbiamo chiesto all'agenzia Laore il supporto circa il controllo e il monitoraggio per le analisi sulle curve di maturazione delle uve».

LE PIOGGE I tecnici di Laore spiegano che quest'anno è stato caratterizzato da un lungo periodo di assenza delle precipitazioni, ma grazie alle piogge dell'inverno le vigne hanno accumulato delle riserve idriche importanti.

«Dai primi di settembre - dice il tecnico Giampiero Zanda di Laore - abbiamo dato il nostro supporto non solo alla cantina del Mandrolisai, ma a tutti quei produttori vitivinicoli che hanno richiesto la nostra collaborazione per seguire l'attività di monitoraggio, le fasi di maturazione in campo, oltre alle analisi in ufficio su alcuni parametri delle uve. I trattamenti antiparassitari sono stati ridotti al minimo e una produzione priva di patologie è indice di qualità eccellente».

IL PRODOTTO Il vino del Mandrolisai è il prodotto di un mix delle uve cannonau, monica e muristeddu, introdotto nel Duecento dai monaci benedettini del convento di San Mauro, costruito tra Sorgono e Atzara.

«La vendemmia quest'anno è stata anticipata di almeno 15 giorni - spiega l'enologo Giorgio Flore -. Quest'uvaggio è una tipologia unica in Sardegna. Diversi vini del Mandrolisai di recente hanno raggiunto gli onori della cronaca dell'export isolano e nazionale per il grande successo ottenuto a New York in occasione della rassegna dell'Italian Food Festival, in collaborazione con il prestigioso Istituto Culinario Italiano».

Un'annata favorevole si traduce in una manna per la disastrata economia della zona che attraverso la tenacia dei suoi produttori continua a credere nella viticoltura.