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Lo scorso 30 maggio si è tenuta la prima udienza del processo contro il licenziamento di Michele Serra, lavoratore dell’AIAS e dirigente sindacale della FP CGIL di Cagliari, accusato e licenziato – come altri sindacalisti di quell’azienda - semplicemente per aver denunciato le condizioni economiche dei lavoratori di quell’associazione.
Pochi giorni dopo, il 6 giugno, l’AIAS ha convocato le Organizzazioni sindacali per discutere sugli effetti che potrebbe provocare sull’Associazione la decisione dell’ATS Sardegna di attivare la “procedura di infrazione” prevista per le società convenzionate con il servizio sanitario regionale che non ottemperano ai fondamentali obblighi contrattuali verso i propri dipendenti.
Un’analoga convocazione è partita dalla Fondazione Randazzo per il prossimo martedì 12 giugno.
Nel corso dell’incontro del 6 giugno abbiamo ascoltato le argomentazioni dell’AIAS: la responsabilità dei ritardi è dei cattivi pagatori pubblici; l’azione dell’ATS e della Regione Sardegna è ispirata da interessi di parte; ora si tratta di costruire relazioni sindacali che realizzino, prima di ogni altra cosa, le condizioni della sopravvivenza dell’AIAS. E per questo obiettivo, responsabilmente, i sindacati evitino di turbare l’opinione pubblica e la sensibilità delle istituzioni bancarie, provvedano ad un embargo dell’informazione verso i media e sospendano ogni iniziativa di tutela legale dei lavoratori per il recupero degli stipendi che non gli vengono versati.
Desideriamo oggi ribadire che la nostra responsabilità ci porta in una direzione diversa. Come la nostra costante pratica sindacale può dimostrare, per noi la continuità delle Aziende con cui ci confrontiamo e con cui discutiamo, anche di quelle alle cui scelte talora ci opponiamo, costituisce un valore collettivo da rispettare e preservare ed una risorsa essenziale sia per la continuità del lavoro sia per la giusta considerazione che si deve all’accumulazione di saperi progettuali, di competenze professionali e di capacità gestionali e manageriali che si realizza nelle imprese e nelle loro organizzazioni aziendali.
Nel caso dell’AIAS e della Fondazione Randazzo, nel corso di questi anni, abbiamo dovuto registrare che decine e decine di lavoratrici e di lavoratori hanno preferito allontanarsene silenziosamente, scegliendo di dare le proprie dimissioni dal lavoro, piuttosto che continuare ad operare in quegli ambiti.
Quando si realizzano, nell’esistenza quotidiana delle persone, tali condizioni di materiale insopportabilità; quando si preferiscono le incognite della disoccupazione al lavoro; quando con prepotenza si pretende di piegare tutto e tutti ad un interesse di parte; quando ci si sottrae al rispetto delle regole sociali più comuni; in questi casi, per noi, la continuità aziendale smette di essere un valore condiviso ed una risorsa della collettività.
Considerando come le normali relazioni sindacali siano state spazzate via, continueremo a rivolgerci alle Istituzioni ed alla Magistratura per chiedere di tutelare quei diritti “deboli” che nei rapporti sociali vengono sopraffatti.
“Per queste ragioni la FP CGIL di Cagliari – rammenta Giorgio Pintus - sceglie di interrompere le relazioni sindacali territoriali con l’AIAS e la Fondazione Randazzo. Riteniamo essenziale che prosegua anche in questi giorni il ruolo svolto dalla stampa e da tutti i media sardi e nazionali nella vicenda dell’AIAS e che la doverosa iniziativa tardivamente intrapresa dalla Regione Sardegna e dall’ATS non sia fermata.
Da parte nostra continueremo a tutelare le lavoratici ed i lavoratori dell’AIAS e della Fondazione Randazzo nei loro diritti fondamentali, con tutti gli strumenti che l’ordinamento pone a nostra disposizione.