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“Con l’acquisizione dei punti di vendita Auchan da parte della rete Conad sono a rischio migliaia di buste paga in tutto il sistema (circa 6mila su 16mila dipendenti). In Sardegna sono a rischio circa 420 posti di lavoro (per non parlare dell’indotto) su 738 dipendenti. La situazione è insostenibile e noi ci batteremo perché in questa partita fra colossi del capitale non siano, come al solito, le lavoratrici e i lavoratori a sostenere il peso maggiore”.
Lo si legge in una nota diramata dagli attivisti di Caminera Noa che hanno voluto dire la loro sulla vertenza Auchan-Conad. A questo proposito è stato organizzato per sabato 8 febbraio, dalle 10.30 alle 13.30, un sit-in di solidarietà sul marciapiede antistante ingresso Auchan/autolavaggio in via Predda Niedda (strada 21) a Sassari.
“Faremo il sit-in – aggiungono – nonostante non abbiamo mai creduto al mantra secondo il quale “La Grande Distribuzione porta lavoro”, con cui la classe politica delle principali città sarde ha giustificato ogni tipo di licenza, di revisione dei piani urbanistici, di ampliamento delle volumetrie. Così la Grande Distribuzione ha proliferato senza controllo, fino ad arrivare a situazioni come quella di Sassari, che vanta il più alto numero di supermercati per abitante d’Europa”.
“A fronte di centinaia di buste paga – rimarcano gli attivisti –, molti piccoli e medi esercizi dislocati sul territorio hanno abbassato le serrande, producendo una emorragia di posti di lavoro dignitosi in cambio di contratti sempre meno rispettosi delle esigenze di lavoratrici e lavoratori e sempre più vantaggiosi per le multinazionali che incamerano il profitto così creato e lo portano lontano dai luoghi dove è stato prodotto”.
“Per anni – sottolineano – gli incassi dei quattro grossi centri sardi, Cagliari (Santa Gilla e Marconi), Olbia e Sassari, che lavorano a pieno regime e risultano in cima alla classifica di incassi di Auchan Italia, sono stati estratti dall'isola e reinvestiti altrove, determinando un impoverimento crescente dei territori. Il passaggio tra Auchan e Conad in pratica è una liquidazione fallimentare: un miliardo di euro in totale per tutti gli Iper e le merci, più 500 milioni in cassa da utilizzare in caso di denunce, problemi di differenze inventariali ecc., cioè una cifra irrisoria paragonabile ad una vendita d'asta alla prima chiamata.
A loro modo di vedere “La vendita è stata condotta in più tranche: la prima ha visto il passaggio di una trentina di Super e Iper, la seconda, che riguarda anche le sedi di Sassari, Olbia e Cagliari - Santa Gilla, è stata bloccata dall’Antitrust. Per continuare a esistere, queste sedi devono ridurre drasticamente lo spazio dell'Ipermercato e, quindi, anche il personale”.
“Ancora più drammatica – secondo il loro punto di vista – la situazione di Olbia per la quale, secondo l'Antitrust, non c'è nessuna possibilità di un altro negozio Conad, mentre per la sede Auchan - Marconi non si capisce ancora quale sarà il destino di lavoratrici e lavoratori nell’ambito dell’espansione del centro commerciale, che per ora ha significato la chiusura del negozio Brico Center, con il licenziamento di 19 persone. Il tavolo permanente, inaugurato lo scorso 9 gennaio a Cagliari, ha visto la partecipazione delle sigle sindacali e delle istituzioni dell’autonomia, ma una fragorosa assenza di rappresentanti della Rete Conad in Sardegna”.
“Non c’è da stupirsi – concludono gli attivisti di Caminera Noa -. I padroni delle aziende continuano con la stessa tattica di logoramento che usano da anni. I dirigenti dei principali sindacati continuano ad accreditare la buona fede di Conad e Auchan accettando di sedersi a tavoli dove le aziende nemmeno si presentano. In questo modo si fa perdere tempo prezioso ai lavoratori e li si demoralizza invece di usare l’unica arma che il padrone teme: lo sciopero generale di tutti i lavoratori della Conad a sostegno dei lavoratori Auchan! I dirigenti e i quadri dei principali sindacati si alzino dalla poltrona e facciano quello per cui sono pagati con le quote sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori: l’organizzazione della lotta e dello sciopero generale”.