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Alcuni giorni fa, il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato il provvedimento legislativo riguardante la legge di riforma dell'Ente di governo dell'ambito della Sardegna (Egas).
Una legge che consente ai 29 Comuni sardi che non erano mai entrati in Abbanoa (Aggius, Anela, Arzana, Bessude, Bonarcado, Bottida, Bultei, Burcei, Burgos, Capoterra, Cheremule, Esporlatu, Fluminimaggiore, Gadoni, Lotzorai, Modolo, Nuxis, Olzai, Paulilatino, Perfugas, San Vero Milis, Sant'Anna Aresi, Santu Lussurgiu, Serramanna, Seui, Tertenia, Teulada, Villagrande Strisaili e Villasimius) di continuare a gestirsi il servizio idrico in autonomia.
Una vicenda che inizia a far alzare la voce anche a chi è all’interno del gestore unico. E il caso del Comune di Bortigali. Pochi minuti fa, il Sindaco del paese del Marghine, Francesco Caggiari ha postato un suo pensiero sul suo profilo Facebook con un appello diretto ai Consiglieri e agli Assessori regionali.
«Pur condividendo il senso di soddisfazione dei colleghi sindaci dei 29 paesi della Sardegna che sono riusciti a rimanere fuori da Abbanoa – ha scritto Caggiari – e che adesso grazie ad una legina cucita su misura per questi stessi paesi "legge ad alcuni comuni", i nostri consiglieri regionali hanno varato questa legge che appunto sancisce e riconosce la possibilità di rimane fuori senza essere fagocitati dal gestore unico dell'acqua in Sardegna, il tutto con il bene placido di Egas».
A suo modo di vedere «bisognerebbe attivarsi ora per dare la possibilità a tutti i comuni che vogliono uscire da Abbanoa e che sono in possesso di tutte o quasi le condizioni inserite a suo tempo nel collegato ambientale alla legge finanziaria e cioè :1) avere fonti di approvvigionamento di pregio (e non invasi), 2) ricadere le stesse in aree di interesse naturalistico, 3) essere paesi di montagna o classificati come comuni svantaggiati, 4) con una gestione in economia del bene acqua in attivo».
Un accenno al comune da lui amministrato: «Bortigali pur avendo tutte queste caratteristiche non può uscire dal gestore idrico unico. Qualcuno più lungimirante di me dovrebbe spiegare questo. Ma no forse è meglio accontentare solo i pochi comuni che giustamente hanno disobbedito ad un obbligo di legge (facendo bene, tengo a sottolineare, col senno di poi) e che hanno avuto il giusto premio da mamma regione di continuare a rimanere fuori». In conclusione, il Sindaco ha chiesto una legge «che dia ristoro a tutti».