La vertenza della Portovesme srl si sposta a Roma: si trovano a rischio 1450 lavoratori tra diretti e indiretti dell'azienda del sud Sardegna, a causa degli alti costi energetici .

"Sono passati più di dieci giorni da quando i lavoratori hanno lasciato l'occupazione sulla ciminiera di Portovesme ma ancora non si intravedono soluzioni al problema. Il Governo ha annunciato l'avvio di una serie di interlocuzioni che non hanno ancora coinvolto le parti sociali, e non ha dato corso a quella che sarebbe dovuta essere la seconda fase della vertenza. A questo punto, davanti a questo silenzio non resta che riavviare la mobilitazione", è quanto comunicato in relazione ai prossimi giorni, con il coordinamento sindacale operante nella fabbrica, quando saranno decise le iniziative da mettere in campo,  dai segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil del Sulcis, Franco Bardi, Salvatore Vincis e Andrea Lai, e quelli di categoria di Filctem Cgil Emanuele Madeddu, Femca Cisl Vincenzo Lai e Uiltec Uil/Pierluigi Loi, e le Rsu in una nota.

"Appare scontato che saremo a Roma, al ministero delle Imprese e Made in Italy dove chiederemo risposte di persona. Il tempo scorre e le risposte ancora non ne arrivano, mentre la cassa integrazione, così come lo stop agli impianti sono partiti. E' giunto il momento che ognuno si assume le proprie responsabilità e onori gli impegni assunti", hanno concluso i sindacati.

L'appuntamento è per venerdì 24 marzo, alle 10 in via Molise, in presenza ma sarà possibile anche la modalità da remoto. La riunione sarà presieduta dalla sottosegretaria del Mimit Fausta Bergamotto e sono stati invitati i sindacati, la Regione Sardegna, l'azienda e Confindustria.