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L’epilogo dell’Istituto di Vigilanza Nuova Sicurvis era scritto da tempo, in questi giorni si è compiuto con la sentenza del Tribunale Fallimentare di Cagliari e la conseguente cessazione dell’attività. Diversi vigilantes sono stati assorbiti da gli altri istituti di vigilanza capofila dell'appalto Asl, ma non solo.
Le difficoltà che l’istituto attraversava si sono improvvisamente accentuate nel momento in cui la gara bandita dalla Regione Sardegna per “l’affidamento dei servizi di vigilanza armata e il portierato per tutte le amministrazioni della regione autonoma della Sardegna” è stata assegnata, con il conseguente passaggio ad altre aziende (RTI con capofila Coopservice insieme a Coop. La Nuorese, Sicuritalia, Vigilanza Cannas, Mondialpol, Coop. SFL) degli appalti su cui operava la Nuova Sicurvis.
Il sindacato
«Questo fatto ha causato il drastico ridimensionamento del fatturato dell’istituto – sostiene con fermezza Monica Porcedda Fisascat-Cisl - il quale non ha più potuto fronteggiare la forte esposizione finanziaria. Purtroppo il fallimento ha causato il licenziamento di circa 18 tra guardie particolari giurate e impiegati, gli ultimi rimasti in servizio in quanto gli altri lavoratori sono stati assorbiti nei cambi di appalto dagli istituti aggiudicatari. La preoccupazione del sindacato è dettata dal fatto che diversi lavoratori non hanno ricevuto lettera di licenziamento, i committenti non hanno avuto la disdetta del servizio e, soprattutto, l’incertezza del pagamento delle retribuzioni correnti ed il pagamento delle liquidazioni di fine rapporto ai dipendenti. Adesso 18 padri di famiglia sono a casa dopo tanti anni senza certezze per il loro futuro – aggiunge Porcedda - da parte nostra ci siamo subito attivati con i nostri legali per tutelare, come sempre, al meglio i lavoratori. Ci vorrebbe anche una assunzione di responsabilità sia da parte della RTI aggiudicataria dei servizi regionali che degli altri Istituti che operano nella nostra regione, perché venga data una opportunità alle gpg che ora si ritrovano senza occupazione».
La storia
La Nuova Sicurvis non era certamente un’isola felice, come purtroppo lo sono tante altre aziende che operano soprattutto con pubbliche amministrazioni, dovendo far fronte ai lunghi tempi di coperture amministrative dei mandati di pagamento delle singole utenze e dei committenti.
Appena due anni fa l’amministratore unico, Orfeo Pisu, 66 anni, dalla centrale operativa della vigilanza, nel cuore di Sant’Avendrace, aveva dichiarato di aver fatto l’impossibile per salvare l’azienda. Dagli anni ’80, (con le prime divise color marron scuro), SicurVis ha subito i contraccolpi derivanti dalla sua associata ex “Vigilanza Sardegna”, nessuno dalle scrivanie dei vari uffici logistici e operativi aveva intenzione di “fare le valigie”.
Orfeo Pisu, in attività nel settore della sicurezza dai lontani anni ’80: dal quartier generale di Via Voturno a Cagliari, aveva snocciolato un quadro reale di quel che purtroppo da tempo l’istituto si trascina dietro, come l’abbattimento dei debiti pregressi delle precedenti gestioni e consigli di amministrazione, pagando con cifre considerevoli le cartelle esattoriali debitorie che la vigilanza si è accollata, gestendo contemporaneamente la pesante fila burocratica delle fatture emesse in attesa di incasso.