PHOTO
La sera di due giorni fa, la sala conferenze de su Palatu di Villanova Monteleone era gremita, compatibilmente con i limiti anti Covid, in ogni ordine di posti per partecipare alla presentazione del libro di Salvatore Meloni, “Dalla piazza alla libertà”, dedicato a un suo omonimo, zio dell’autore, il carabiniere villanovese, Salvatore Meloni, classe 1922, trucidato a Roma il 29 maggio del 1944.
Il militare cadde a soli 22 anni, in piazza della Libertà, sotto i colpi d’arma da fuoco della polizia nazifascista mentre svolgeva il proprio dovere di servitore dello Stato.
Salvatore Meloni fu ucciso nel tentativo di proteggere il Capo di Stato Maggiore del Fronte Militare Clandestino, Generale Angelo Odone, che nella tragica circostanza fu tratto in arresto. Con il giovane militare perse la vita anche il brigadiere Enrico Zuddas, mentre un altro carabiniere della scorta, Antonio Piras, anch’egli villanovese, riuscì miracolosamente a salvarsi.
L’Arma dei Carabinieri, nel 2019, a fronte della Medaglia d’Argento al valor militare conferita nel 1950 alla memoria di Salvatore Meloni, ha intitolato la caserma di Villanova Monteleone al figlio di quella terra che ha immolato la propria vita per la libertà.
Nel libro emergono delle parole-chiave che mettono in evidenza l’emozione dell’autore nella rievocazione della figura del familiare carabiniere-eroe, la passione e la puntualità nel raccontare gli avvenimenti storici nei cui ambiti si è consumato tanto dolore e morte, nonché la vitale importanza di quel lascito morale che giovani senza paura di morire hanno trasmesso ad altri giovani delle generazioni successive per perpetuarne i valori legati al loro sacrificio.
Il libro è di agile lettura, bello è lo stile linguistico, così come il ritmo della scrittura.