Da poche ore erano partite le indagini approfondite per accertare cosa si nascondesse dietro le dichiarazioni della ragazzina. I genitori avevano notato il profondo sconforto che affliggeva la figlia, così hanno deciso di portarla da una psicologa. Dal colloquio con la professionista è emersa la versione della 12enne – di cui, per motivi di tutela della privacy, non riporteremo il comune di residenza – che ha rivelato la causa dei suoi turbamenti. Durante la conversazione, la bambina avrebbe raccontato di molestie sessuali da parte del suo professore di musica. Immediata, a quel punto, la denuncia da parte dei genitori, raccolta dagli uomini dell’anticrimine.

Nel giro di mezza giornata sono scattate le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Cagliari, Daniele Caria, che ha disposto il sequestro dei telefonini e un ordine di perquisizione presso l’abitazione dell’insegnante, a cui sono stati sequestrati i dispositivi elettronici e quanto potesse essere utile alle indagini. Così, è stato dato incarico a un perito, che nella mattinata di ieri, intorno alle 9, avrebbe contattato Caria rivelando di aver trovato messaggi risalenti addirittura al 2021, che parlavano esplicitamente di “rapporti sessuali”. Pertanto, nella serata di ieri, Andrea Puxeddu, 35enne insegnante di San Gavino, è finito in manette ed è stato accompagnato al carcere di Uta.

Le conversazioni via telefono sarebbero iniziate oltre un anno fa, nel novembre del 2021, per l’esattezza. Alla base del provvedimento restrittivo nei confronti del professore, il probabile timore per la reiterazione del reato con l’imminente ripresa delle attività scolastiche e l’eventuale distruzione degli elementi di prova. In difesa della giovane studentessa l’avvocato Gianfranco Piscitelli, che ha seguito dal primo momento l’evoluzione delle indagini. “La storia – racconta Piscitelli a Sardegna Live, ricostruendo l’accaduto – è venuta a galla dopo che la figlia aveva manifestato dei disagi personali. Preoccupati, i genitori hanno fatto visitare la 12enne da una psicologa, con la quale la bambina si è sfogata”.

“Quindi – prosegue Piscitelli – hanno sporto denuncia. La mattina li ho accompagnati presso gli uffici della polizia anticrimine, che ha reiterato la denuncia presso la squadra mobile, nella sezione specializzata per questo tipo di reati. Immediatamente hanno allertato il pm Daniele Caria, che ha disposto il sequestro dei cellulari della bambina e ulteriori operazioni di indagine, che nella giornata di ieri hanno portato al fermo dell’indagato”.

“Per quanto mi riguarda – commenta l’avvocato –, nonostante la mia attività quotidiana di difesa di reati familiari e su minori, sono realmente colpito ed emozionato da questo grave fatto. Si tratta di un reato aberrante ed aggravato dall’età della minore, inferiore ai 14 anni, e dal rapporto di fiducia, trattandosi del suo professore sia a scuola che nel privato. Spero vivamente che venga fatta piena luce, non solo su ciò che è stato scoperto, ma anche su coinvolgimenti o inadempienze di altri soggetti”.

“Una volta venuta a conoscenza del fermo del professore – rivela Piscitelli –, la madre della bambina mi ha scritto un messaggio in cui diceva esattamente ‘E’ finito un incubo’, e ringraziava non solo me, bensì le forze dell’ordine e la magistratura per la tempestività, la professionalità ed il tatto avuto nel gestire un episodio talmente delicato. Al di là del proseguo delle indagini e della piega che l’intera vicenda prenderà, ciò che conta in questo momento è la tutela di una bambina non ancora tredicenne che dovrà superare, suo malgrado, il grave trauma già subito, che dovrà ancora metabolizzare con l’aiuto di esperti e l’affetto e calore di famiglia, scuola e comunità cittadina”, conclude.

Aggiornamento 4 ottobre 2023 ore 12:13. Iniziato ieri il processo.