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Oggi la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha visitato a Serdiana la comunità "La Collina", impegnata nel recupero dei giovani entrati nel circuito penale. La Guardasigilli ha parlato con lo storico fondatore don Ettore Cannavera e con Carlo Renoldi, capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in un incontro che ha coinvolto istituzioni e addetti ai lavori.
È stata la tappa conclusiva di un tour di Cartabia iniziato ieri a Sassari per parlare di "giustizia riparativa" e continuato oggi prima nell'aula magna della Corte di appello del tribunale di Cagliari e poi, in tarda mattinata, nell'istituto penitenziario di Uta per presentare un progetto di lavoro carcerario avviato in otto città.
La comunità è stata fondata dallo stesso don Cannavera oltre vent'anni fa per offrire un'alternativa a giovani condannati al carcere. "Un'idea scaturita da un lato dalla convinzione che il carcere non è uno strumento efficace di recupero e di reinserimento nella società, ma piuttosto una scuola di quella stessa devianza che si prefigge di combattere; dall'altro dalla consapevolezza che i ragazzi puniti con la detenzione, prima ancora che essere colpevoli sono stati vittime di gravi omissioni educative - è l'intento della comunità - Occorre dunque portare l'attenzione della società sulle responsabilità che essa stessa ha nel provocare quel disagio cui il giovane risponde compiendo un atto illegale. Da qui la proposta di togliere dal carcere i ragazzi per inserirli in un contesto educativo centrato sulle risorse umane".