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Questa mattina i lavoratori ex Ati-Ifras sono scesi dal tetto del Duomo di Sassari e si sono recati nella miniera di Olmedo. Ancora una volta, dunque, operai del Geoparco, che occupano il tetto di San Nicola, e le tute arancioni che da oltre un mese occupano la miniera, hanno unito due vertenze fondamentali per il territorio per chiedere “che venga loro restituito l’orgoglio della professione e la dignità di un lavoro”.
I minatori sono in attesa che la Regione Sardegna trovi una soluzione alla lunga agonia del giacimento di bauxite. “La speranza che si trovasse una soluzione si è trasformata in delusione per non avere ancor oggi ottenuto delle risposte, la pazienza lentamente si affievolisce – dicono i lavoratori che nel presidio sotterraneo, a 180 metri di profondità, si alternano a turni di quattro, ma “non è salendo in superficie che si sta meglio”.
“Al Presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, viene da fare una sola domanda: come facciamo a sopravvivere?”.
I Segretari generali della Filtcem Cgil Femca Cisl e Ugl Chimici Gianfranco Murtinu, Luca Velluto e Simone Testoni che affiancano dal primo giorno i minatori nelle loro rivendicazioni e che ne ascoltano il grido di dolore e lo rilanciano categoricamente “sperano ancora in una politica che curi l’interesse delle persone in maniera responsabile, prudente e imperativa”, chiedono i segretari che “esigono correttezza e impegno alla stessa stregua degli altri minatori sardi”.
“La pazienza sta finendo – fanno sapere - e nessuno lascerà la miniera sino a quando non si otterrà un risultato che può essere solo uno: il lavoro”.