Ovodda è il paese dei centenari. In tanti hanno attraversato il secolo portandosi dentro gli eventi che hanno contraddistinto la storia di una piccola comunità incastonata tra i monti, nel cuore dell'Isola. Nel giorno in cui si festeggia san Giorgio Martire, il patrono, Vittorina Sedda ha compiuto 101 anni. L'appartamento in cui vive, insieme alla figlia Gavina, si affaccia sulla piazza principale del paese e dalla finestra che si apre tutte le mattine sulle vite che passano, i suoi occhi miti guardano lo scorrere di un'esistenza serena. I suoi ricordi sono lucidi, come il fluire del suo racconto. 

LE LETTURE «Per me aver compiuto cento anni significa soprattutto aver visto i miei figli crescere soddisfatti. Posso dire di essere arrivata a questa età senza nemmeno accorgermene. Mi sento ancora giovane, ancora pronta a fare le mie cose di casa». Zia Vittorina parla un italiano forbito e intreccia i fili della memoria con garbo e solarità. «Sono stata sempre in buona salute, sana, tranquilla. Ho fatto del bene a tutti e tutti mi hanno voluto bene». I genitori erano insegnanti e l'amore per la lettura è sempre stato il suo principale diletto. «Quando le mie sorelle andavano nel salone dei balli, io preferivo restare a casa a leggere i libri. ConoscoGiulietta e Romeo a memoria e ricordo tantissime poesie». 

LA POLITICA Dalla Monarchia alla Repubblica, gli eventi che hanno cambiato l'Italia lei li ha vissuti da testimone del suo tempo e quando le donne hanno votato per la prima volta, il suo impegno nel sociale le ritagliava il ruolo di segretaria in un partito politico. «Ricordo quando a Ovodda è arrivato il primo televisore, è stato un sogno: nella sede del Partito Sardo c'era tutto il paese a guardare con stupore. Quando ero ragazza le luci che illuminavano le nostre case erano quelle delle candele». 

LA FESTA In occasione del suo centounesimo compleanno tutta la comunità di Ovodda si è stretta intorno a zia Vittorina per farle sentire l'affetto. «C'erano tutti, i miei figli, i nipoti, i figliocci. Le autorità, nessuna esclusa». La nonnina centenaria ama Papa Francesco «perché è un tipo familiare, molto affezionato a tutti», ma conserva un grande affetto per Giovanni Paolo II. «Ho sofferto molto quando gli avevano sparato, ma lui poi è andato a trovare il suo attentatore in carcere per dirgli che lo aveva perdonato. Che bel ricordo». L'augurio per i giovani? «Lavoro, salute e la grazia del Signore. Spero che siano sempre rispettosi verso Gesù e la Madonna».