PHOTO
Il suo prossimo obiettivo è tornare a correre nei deserti per segnare un nuovo primato: l'unico uomo con le protesi a partecipare a una ultramaratona. Non vuole fermarsi Roberto "Massiccione" Zanda, l'iron man sardo conosciutissimo per aver partecipato a maratone estreme in tutto il mondo ma soprattutto per essere sopravvissuto al deserto ghiacciato del Canada durante la Yukon Artic Ultra, la maratona in solitaria dove il termometro scende fino a -50 gradi: una brutta avventura che gli costata mani e piedi a causa del congelamento.
Ora Zanda ha affidato alle pagine di un libro, scritto con Salvatore Vitellino, la storia incredibile di quella vicenda, ma anche tutta la sua vita, il percorso di esperienze a volte amare che lo ha portato a diventare un ultramaratoneta. Si intitola "La vita oltre - Una storia vera di coraggio e rinascita" ed è stato presentato a Cagliari al circolo unificato del Comando Militare Esercito Sardegna.
"Ben tornato Roberto": così lo ha accolto il comandante Giovanni Domenico Pintus. Sì perchè Zanda ha un passato nella Folgore e le sue avventure sono state seguite passo passo dal comando militare dell'Isola. "Il generale mi aveva detto di preparami al meglio - racconta Massiccione - ricordo bene le sue parole: 'stai attento, il freddo non perdona'. Malgrado le cose non siano andate bene, la rifarei, forse con una preparazione diversa".
Una gara definita la più dura al mondo: 480 chilometri tra le nevi canadesi che Roberto ha affrontato con vigore ed energia, ma quando la sua rimonta si stava consolidando ha perso l'orientamento e la foresta ghiacciata lo ha inghiottito. È rimasto oltre 12 all'aperto con temperature polari, gli si sono congelati mani e piedi, poi amputati. Oggi ha protesi ultratecnologiche fornite dalle Officine Ortopediche Adelaide di Torino e grazie a questi nuovi arti ha già progettato di tornare a correre ad aprile 2019 nel deserto della Namibia. Non solo. Nei prossimi mesi, ha annunciato la dottoressa Angela Tomaino, project manager e motivational coach di Zanda, la sua esperienza diventerà un progetto itinerante con corsi motivazionali.
Foto Ansa