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Nei giorni scorsi, alla presenza del Vicepresidente Regionale di Fortza Paris, Antonio Cardin, e dei responsabili dei comuni della Provincia di Sassari coordinati dal Segretario Provinciale Giovanni Nurra, l'assemblea ha dato via libera alla mozione del coordinatore di Usini, Augusto Fois, sul problema della zona franca in Sardegna.
Inoltre si è deciso che tutti i coordinatori territoriali e cittadini si attivino per organizzare una campagna di sensibilizzazione, con incontri e assemblee informative, il maggior numero di paesi del nord-Sardegna.
“Come noto – si legge nella nota di Fortza Paris –, lo Stato Italiano in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 12 dello Statuto di autonomia della Regione Sarda ha provveduto ad approvare il Decreto Legislativo 10 marzo 1998, n.75, rubricato "Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Sardegna concernenti l'istituzione di zone franche", individuando sei porti della Sardegna (Cagliari, Portovesme, Oristano, Porto Torres, Olbia ed Arbatax) ma anche i porti e le zone industriali funzionalmente ad essi collegati; il testo della norma statale recita che “…sono istituite nella regione zone franche, secondo le disposizioni di cui ai regolamenti CEE n. 2913/1992 (Consiglio) e n. 2454/1993 (Commissione)…”, quindi il testo normativo statale non si presta ad alcun equivoco di sorta; le zone franche in Sardegna sono già state istituite con legge dello Stato”.
“L’art. 2 del decreto – ricordano dal partito – però precisa che “La delimitazione territoriale delle zone franche e la determinazione di ogni altra disposizione necessaria per la loro operativita' viene effettuata, su proposta della regione, con separati decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.”; ad oggi la Regione ha perimetrato solo i porti di Cagliari (circa sei ettari) e di Portovesme (circa sette ettari), e lo Stato ha recepito queste indicazioni con DD.PP.CC.MM. rispettivamente del giugno 2001 e del maggio 2019”.
“Noi riteniamo – aggiungono – che quanto fatto finora sia troppo poco e molto tardivo, con particolare riguardo alla drammatica situazione economica ed occupazionale di Porto Torres e più in generale dell’intero Nord-ovest della Sardegna che somma alla crisi generale il collasso di una intera filiera economica basata su chimica e petrolchimico; a diversi mesi dall’insediamento della nuova maggioranza di centrodestra e sardista assistiamo finalmente ad una ripresa del dibattito attorno a questo tema, ma abbiamo la sensazione che non sia ancora percepita l’urgenza di riattivare l’economia del Nord-ovest in quanto per ora sentiamo parlare esclusivamente di mozioni relative alle zone franche di Cagliari e Portovesme”.
“Riteniamo – sottolineano da Fortza Paris – assolutamente necessario e urgente attivare urgentemente la zona franca relativa a Porto Torres perimetrando il porto insieme agli “altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegate o collegabili”, dove le aree industriali non possono che essere tutte quelle del Nord-ovest e gli altri porti non possono che comprendere anche l’Aeroporto di Alghero”.
“Come Federazione Provinciale di Fortza Paris di Sassari – concludono –, forza che concorre alla maggioranza che sostiene la giunta di Christian Solinas in Regione, chiediamo a gran voce che il porto di Porto Torres (con tutta l’economia del sassarese ad esso correlata) sia perimetrato con urgenza dalla Regione in conformità al D.Lgs. 75/98, che sia emesso il Decreto statale di approvazione e che finalmente possa partire la zona franca in un territorio che pur avendo enormi potenzialità (un porto industriale in grado di accogliere traffico navale pesante, infrastrutture sottoutilizzate come ferrovia, acquedotti, depurazione, strade, un aeroporto, una classe imprenditoriale povera nei numeri ma vivace nella intemperie, una cultura industriale fatta di uomini, di esperienza, di scuole, di Università) è talmente azzoppato dagli svantaggi dovuti all’insularità e alla marginalità della nostra economia (è appena il caso di ricordare che il mix di problemi tra insularità, basso indice di popolazione, mancanza di autostrade, mancanza di metano e altre diseconomie varie rappresenta un gap che necessita forzatamente di compensazione da parte dello Stato, come del resto riconosciuto nello Statuto Sardo) da richiedere urgentemente un trattamento economico di sostegno”.