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“Un plauso ai tre sindaci sardi per il moto d’orgoglio e di responsabilità con cui si oppongono alla sperimentazione della tecnologia 5G nei loro centri urbani”.
Lo si legge in una nota di Claudia Zuncheddu (Isde Cagliari) che aggiunge: “È una lezione di civiltà su come si amministra il bene comune a partire dalla Salute delle proprie collettività. A differenza di Cagliari, la cui candidatura a divenire città per la sperimentazione del 5G è stata una scelta volontaria della precedente amministrazione, con referenti privati, a Noragugume, Pompu e Segariu è stata decisa a Roma privando i sindaci persino di ogni informazione”.
“Il diniego dei tre sindaci sardi – ha sottolineato ancora la Zuncheddu – è la dimostrazione che le collettività possono ribellarsi alle imposizioni che contrastano con i diritti e gli interessi dei sardi. I sindaci richiedono, allo Stato e alla Regione Sardegna, dati scientifici certi che attestino in modo inequivocabile che l’esposizione delle nostre città ai campi elettromagnetici ad altissima frequenza non producono danni alla salute dei cittadini”.
“Al di là dei medici in prima fila – ha aggiunto –, le preoccupazioni per la salute arrivano anche da fisici ed esperti in campi elettromagnetici come Andrea Grieco, che ha dichiarato: “con il 5G si ha un’estensione delle bande di frequenza utilizzate su cui esistono pochi studi rispetto agli effetti biologici.... stiamo realizzando, insomma, un enorme esperimento in diretta sulle persone”.
“I danni biologici dalla sperimentazione del 5G – ha concluso Zuncheddu – si preannunciano preoccupanti, tanto che in Italia, le stesse società telefoniche per tutelarsi hanno già provveduto a richiedere al governo che i limiti per i campi elettromagnetici vengano elevati di 100 volte. In Sardegna, 3 sindaci su 4 hanno detto NO ed il mondo scientifico esulta. Attendiamo fiduciosi le decisioni del sindaco di Cagliari appena insediato”.