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A smiling Jack O’ Lantern carved from a pumpkin looking at the camera, glowing from within, sitting on the dirt with Autumn leaves in front of a wooden post at light lit from the moonlight.
Quando si sente parlare di zucche, si collegano automaticamente alla festa di Halloween, che cade ogni anno il 31 ottobre e di cui sono i principali simboli.
Anche se, soprattutto in Italia, si è abituati a considerarla consumistica e “copiata” agli Stati Uniti, con i bambini travestiti che fanno “dolcetto o scherzetto” e party dedicati ai mostri, le radici di questa festa sono in realtà molto antiche e affascinanti, e quella di intagliare le zucche è un’usanza che si è innestata solo a metà degli anni Cinquanta dell’800.
ORIGINI DI HALLOWEEN. Halloween trae la sua origine nella festa celtica di Samhain, che segnava il passaggio dall’estate all’inverno in coincidenza con l'ultimo raccolto, e soprattutto l’inizio del nuovo anno.
Durante quella suggestiva notte, secondo la tradizione celtica, la distanza tra il mondo dei vivi e quello dei morti si accorciava talmente tanto da poter essere varcato sia dai defunti che dagli spiriti malvagi. Perciò la festa di Samhain era il momento in cui ricordare i propri cari defunti, ma anche proteggersi dagli spiriti maligni con travestimenti e con torce intagliate negli ortaggi, con cui segnare il cammino alle anime.
I romani provarono con poco successo a cristianizzare le tradizioni celtiche, decidendo di spostare la festa di Ognissanti al 1° novembre, in modo da innestarsi sul Samhain.
L’Halloween simile a quello che conosciamo è approdato negli Stati Uniti a metà dell’Ottocento, con l’immigrazione di massa degli irlandesi dovuta alla carestia, che portarono con sé le loro usanze e tradizioni, tra cui la festa di Halloween e l’usanza di intagliare le rape con la faccia di Jack O’Lantern. Questi ortaggi si trovavano con molta difficoltà negli USA, perciò si optò per la loro sostituzione con le zucche.
LA LEGGENDA DI JACK O’LANTERN. Secondo la tradizione, Jack era un avaro fabbro di origine irlandese, conosciuto per il vizio dell’alcool, oltre che per la sua furbizia. Una sera, recatosi presso la sua locanda preferita per ubriacarsi come al solito, incontrò il diavolo in persona, pronto a rubargli l’anima. L’uomo, approfittando della propria astuzia, convinse il demone a trasformarsi in una moneta affinché potesse concedersi un’ultima bevuta. Jack infilò la moneta in tasca accanto ad una croce d’argento, impedendo così al diavolo di riprendere le sue sembianze. Con la promessa di concedergli ancora 10 anni di vita, Jack permise al diavolo di fuggire.
Passato il decennio, Jack incappò nuovamente nel maligno, durante una passeggiata nelle campagne in preda ai fumi dell’alcool: il diavolo pretese la sua anima, ma l’uomo reagì ingannandolo una seconda volta chiedendogli di arrampicarsi per raccogliergli una mela dall’albero: una volta salito, Jack con un coltello intagliò una croce sul tronco della pianta, bloccando il demonio una seconda volta. Per liberarlo, l’uomo ottenne la promessa che il malvagio non avrebbe mai più preteso la sua anima.
Jack morì la notte del 31 ottobre e venne rifiutato sia dal Paradiso che dall’Inferno, per cui fu costretto a vagare da solo per l’eternità, lungo un cammino illuminato solo da un tizzone infernale che custodisce in una rapa trovata nella pattumiera di una locanda.
Da quel momento, ogni anno, durante la notte di Ognissanti, l’anima di Jack cerca un posto dove trovare la quiete, e il motivo per cui si mettono le zucche intagliate fuori dalle case è proprio per comunicargli di andarsene perché per lui non c’è posto.