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(Foto copertina tratta dalla pagina Fb "Con la Brigata Sassari in Afghanistan)
Dunque, la Brigata Sassari sfilerà domani per la Festa della Repubblica.
Poco importano ora le voci, neppure tanto infondate, che fino a qualche giorno fa davano i “sassarini” come i grandi esclusi dall’annuale appuntamento del 2 giugno. Ci saranno, e questa è la cosa più importante. Come potranno mai mancare a una ricorrenza che riguarda il passato che è costato la vita a migliaia di giovani sardi e su cui si fonda, anche grazie al loro sacrificio, l’Italia democratica di oggi?
Un Paese che non tiene alti o, peggio ancora, dimentica, in tutto o in parte, i valori etico-morali delle generazioni che ci hanno preceduto, troppo spesso decimate e immolatesi per consegnare ai figli libertà e giustizia per esse inesistenti, è un Paese fragile e, dunque, instabile perché se ne vogliono ignorare le radici.
Tutto il resto, ovvero le opinioni che puntualmente avanzano in presenza di tutto quanto è visto come superfluo o spreco, di fronte alla storia di un popolo caratterizzato da una costante sete di riscatto da dittature e genocidi, è destinato a scemare nella cronaca, che però può rivelarsi, in una società diventata oggi sì sprecona e consumistica, anche letale.