Il nonno di Jacob è tormentato da mostri che popolano i suoi incubi… sono la personificazione della ferocia nazista alla quale è riuscito a sottrarsi o sono qualcosa di più? Da una raccolta di foto d’epoca bizzarre ed inquietanti gelosamente custodite dal nonno, il coraggioso protagonista decide di scoprire se i racconti di quando era bambino erano solo fantasie ed invenzioni appositamente create per turbare i suoi sogni oppure se contenevano una qualche verità. Recandosi lì dove tutto ha avuto inizio, Jacob sarà costretto a mettere in discussione le proprie origini e il suo stesso destino…

 

Il libro parte bene, il primo capitolo è veramente eccellente. Poi, oltre la coltre di nebbia inizia a diradarsi la vera intenzione dell'autore: una favola nera. Alcuni passi scontati, altri sorprendenti. L'errore è stato paragonarlo al tocco di David Lynch: assolutamente no, il grande regista nulla ha a che fare con questo turbinio di idee ed intenzioni, a volte solo tratteggiate volutamente. Il potenziale creato dall'autore è veramente imponente, riesce a rispolverare le nostre fantasie ed affascina in più occasioni.

Fantasia e storia ben amalgamate, passato e presente che si intrecciano e si sovrappongono, bambini speciali depositari di un dono, vacui e spettri… Ransom Riggs, blogger, scrittore di viaggi e collezionista di foto d’epoca riesce a confezionare il suo primo romanzo mantenendo le promesse e offrendoci un prodotto veramente soddisfacente, ma non per tutti. L’inevitabile trasposizione cinematografica vedrà la luce nel luglio del 2015 e porterà la firma di Tim Burton, il più adatto a rafforzare gli aspetti cupi e i contorni nerissimi punti di forza del libro. L’originalità della storia e la narrazione piacevole lo rende consigliato anche a chi non ama il fantasy ma è alla ricerca di una lettura insolita, come insolito è il corredo di foto autentiche che arricchiscono le pagine già dense di prospettive di quest’opera prima.

Un libro difficilmente comparabile con altri per la sua singolarità che lo rende un piccolo gioiello.

 

Daniela Angius