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Di grande valore specialmente simbolico (ma spesso anche economico) e da sempre legato alle più antiche tradizioni, la Fede sarda è uno dei simboli della Sardegna più noti, nonché il maggior rappresentante della categoria dei gioielli tipici.
Come tutti gli altri oggetti preziosi, anche questo anello possiede un grande significato culturale e viene associato a particolari ed importanti momenti della vita.
Attualmente sta vivendo una seconda giovinezza, in quanto ambitissimo e apprezzatissimo dalle donne di altre regioni italiane e straniere, che non vanno via dalla Sardegna senza averne comprato almeno uno, magari da un artigiano o un orafo che lavora in qualche negozietto suggestivo che rimanda ad un nostalgico passato.
Non esiste un unico modello, ma vi sono diverse tipologie di anello che variano nelle diverse province e addirittura nei differenti paesi: le forme più gettonate sono quella a nido d’ape, composta da piccoli ricci di filigrana, e quella a foglia, costituita da palmette sempre in filigrana. Tutte posseggono microsfere che rappresentano i chicchi di grano: simbolo di fertilità e ricchezza, un grande augurio per un futuro prospero.
Tra storia e leggende
La tradizione racconta che l’uomo, prima di fare la proposta di fidanzamento alla propria amata con la Fede sarda, si rivolgesse alle Janas, le fate che popolavano gli angoli più nascosti della Sardegna in età nuragica, e che vivevano nelle Domus de Janas (case delle fate), dove lavoravano la filigrana realizzando anelli e altri gioielli, che esse stesse indossavano in occasione degli incontri con le divinità.
La neofidanzata avrebbe dovuto indossare l’anello sull’anulare sinistro, dito non scelto a caso, in quanto è quello in cui passa la Vena amoris, che arriva direttamente dal cuore. Una leggenda affascinante che ancora resta nel cuore di tanti sardi.
Ma la Fede sarda non è solo un anello di fidanzamento, bensì è stato utilizzato anche per celebrare matrimoni e nuove nascite, e soprattutto è antica usanza che le madri lo donino alla propria figlia in modo da farlo passare di dito in dito attraverso più generazioni possibili. Per questo ne esistono esemplari antichissimi, spesso sulle dita di ragazze molto giovani ancora oggi.