_Oggi è la festa della Donna, un evento che vorremmo fosse quotidiano, mentre, purtroppo, non sempre lo è. A volte, invece, si verifica l’esatto contrario, ovvero il lutto, anche quello estremo, a danno della grande Figura che ci ha generati. Che è quella della Mamma, in nome della quale un figlio dovrebbe amare sempre il prossimo, anch’egli con una madre da venerare, perché guida sicura e costante, eterna lanterna luminosa.

Lo splendore della Donna, nella meraviglia della natura procreatrice, non sempre, per fragilità umana, riesce, però, a essere presente nel cuore dei propri figli, nella vita di tutti i giorni o nei piccoli o grandi eventi. Troppo spesso viene a mancare, nei fatti, quella luce illuminante dell’immensa Figura femminile, pensata e rievocata solo a parole.

A livello planetario, questi blackout del cuore oltrepassano i confini del limite sia sul piano rapporti familiari che comunitari, su piccola o larga scala. Gli estremi più terrificanti e disastrosi si raggiungono quando la luce dei sentimenti e dei rapporti umani tra individui, si spegne in scenari di guerra, come nel caso dei conflitti bellici di cui in tutto il mondo non si riesce mai a perdere traccia.

L’agghiacciante distruzione che sta avvenendo nel conflitto che vede oggi il popolo ucraino straziato dalle bombe e dalla furia annientatrice della mano armata dell’oppressore, è la terrificante dimostrazione degli effetti che seguono allo spegnimento totale della luce della vita e della libertà. 

È quel blackout che fa dimenticare la Donna, la Madre di quei figli che distruggono i propri simili dando campo libero all’irrazionale, a quella bestialità che sconfigge il genere umano. Che ha in sé quel potenziale infinito di splendore e di bellezza inspiegabilmente sacrificato in nome del terrore più estremo, che distrugge la vita, messa nelle mani di chi ripetutamente la rinnega e l’annienta.

I giovani soldati, uomini e donne che oggi combattono per estinguersi a vicenda, e uomini e donne e bambini che devono lasciare in condizioni di atrocità indicibili il proprio Paese, rappresentano una reiterata sconfitta di tutti che bisogna fermare, a qualsiasi costo per i governanti, in rispetto di un popolo sulla cui esistenza non si può giocare a fare la guerra.  Rispetto al peggio, alla morte e alla disperazione dei bambini, qualsiasi forma di ristabilimento della normalità è la strada da percorrere con urgenza estrema.  

Già, a qualsiasi costo. Il che vuol dire che il valore della vita deve assumere quel ruolo primario che gli è proprio: non deve essere secondario rispetto a qualsiasi altra ragione al mondo. Invece, purtroppo, stiamo assistendo a una terrificante cronaca di guerra che antepone desideri espansionistici e di dominio degli uni sugli altri, sistematicamente anteposti rispetto a qualsiasi altra ragione di dignità della persona e del vivere civile di un popolo.    

Chissà, di fronte a situazioni estreme di non ritorno, così com’è andato a configurarsi il conflitto russo-ucraino, in cui è coinvolto tutto il mondo,  viene da pensare, oggi che è la giornata della Festa, di deferenza e omaggio nei confronti della Donna, che, forse, la presenza in ogni Paese anche di governanti al femminile, incapaci di vedere i propri figli annientarsi in un fronte di guerra, potrebbe essere motivo di giovamento e di impulso decisivo per evitare il respingimento,  in un  cuore diventato gelido, della guida luminosa della Donna e della Madre che mette in luce la vita e non la rinnega.