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Il capolavoro di Sorrentino conquista l’Oscar come miglior film straniero. Quindici anni dopo La vita è bella, l’Italia ritorna sul podio più alto.
L’ultima volta che l’Italia conquistò una statuetta per il migliore film straniero correva l’anno 1999: La vita è bella stracciò la concorrenza; l’incontenibile Benigni, che saltellava giulivo da una poltroncina all’altra, era una bellezza. Una grande bellezza. Quindici anni dopo, il capolavoro di Sorrentino ha travolto l’America. In Italia c’è chi non lo ha apprezzato quando uscì nelle sale, ed è più che legittimo.
La cosa grave è un’altra: molti critici, pur avendo capito che era una spanna superiore rispetto alla media cinematografica nazionale, hanno fatto finta di niente, pensando che accodarsi alla fila dei detrattori significasse fare più bella figura. È stato detto ad esempio –con molta malafede- che Sorrentino avrebbe imbastito un’operazione “paracula”: parlar male della Città Eterna allo scopo di fare molti incassi. La verità l’ha spiegata l’autore in molte occasioni, ma il più chiaro di tutti è stato Carlo Verdone, co-protagonista del film, in un’intervista a Francesco Merlo su Repubblica: «Roma è una città tutta sbagliata, biglietto da visita di un Paese tutto sbagliato.
Sorrentino è stato bravo perché ha rimosso tutti i segni del fallimento mostrando che sotto c’è sepolta la grande bellezza». La giuria degli Academy Awards concorda al 100% col pensiero dell’attore romano: oltre ad aver notato la qualità complessiva della pellicola, questi signori hanno compreso l’onestà intellettuale del regista vomerese. </