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“Mi piacerebbe tornare a casa. Tutti abbiamo un'Itaca alla quale tornare: passiamo per tante strade, conosciamo tante persone, ma alla fine casa è una sola. La Toscana mi ha dato diverse possibilità e occasioni, mi ha dato una formazione solida. Vorrei poter mettere a servizio della mia Regione tutto ciò che ho appreso vivendo qui, sia a livello formativo che culturale...Vedremo cosa ci riserverà il futuro.”
Sono le parole di Tiziana Etzo, 27 anni ancora da compiere e sassarese di origine. Da diversi anni a Pisa per adempiere agli studi universitari appena conclusi. Un risultato conseguito che la riempie di fierezza e determinazione.
“L'emozione per un traguardo raggiunto, per le fatiche lasciate alle spalle e, soprattutto, per l'orgoglio dei genitori nel veder la propria figlia con la coroncina d'alloro è sicuramente tanta. Ho iniziato con un corso di laurea triennale in Letterature Europee per poi rivoluzionare tutto il mio percorso specializzandomi in Comunicazione d'impresa, passando quindi dalla magia della letteratura al grigiore dell'economia. All'inizio pensavo che non sarei mai riuscita ad adattarmi a degli studi così lontani dalla mia indole “letteraria”. Oggi, ripensando al primo esame, durante il quale venni bocciata e quasi pensai di abbandonare il corso di studi e considerando il risultato finale, non posso fare altro che sorridere e dirmi: ‘beh, non è andata poi così male’.”
Raccontaci di te…
“Penso al mio cognome: Etzo. La parola origine rimanda a qualcosa di profondo e lontano, di antico. Giusto qualche giorno fa, durante un colloquio, chi mi intervistava ha chiesto l'origine del cognome, il significato. Etzo in sardo significa vecchio. Il vecchio è antico, è origine. Non ci avevo mai riflettuto sinora ma probabilmente tutto ciò che sono oggi lo devo a un patrimonio accumulato nel tempo, fatto degli insegnamenti delle persone più care, soprattutto le donne della mia famiglia, che oggi mi scopro di possedere. Dal desiderio di lasciare una Sassari che mi stava stretta a diciannove anni, agli studi fatti, alle ‘passioni’ rielaborate, al gusto per il costruire passo dopo passo, alla curiosità per tutto ciò che c'è di diverso da me, mi sento davvero il prodotto di una storia iniziata da qualcuno e che continuo a scrivere giorno dopo giorno.”
E il rapporto con la Sardegna oggi, con lo sguardo di chi vive al di là del Tirreno.
“Il mio rapporto con la Sardegna è quello di chi vive lontano dai propri affetti, genitori, nonni e più passa il tempo, più li vedo invecchiare, e più vorrei essere loro vicina. Mi mancano le persone, non il luogo in sé.”
Parliamo di emigrazione sarda organizzata. A Pisa frequenti attivamente l’associazione “Grazia Deledda”.
“Le associazione culturali sarde sono una risorsa inestimabile per la Sardegna. Viverle da vicino mi ha dato modo di capirne limiti e virtù. Sono arrivata all'associazione sarda una prima volta nel 2006 e una seconda nel 2008, e da quel momento non sono più andata via. Ho trovato delle persone che sento vicine come se le conoscessi da una vita, presenti nei momenti di gioia come in quelli di necessità. Per chi si ritrova a dover ricostruire una vita da zero, come accade a chi lascia la propria città o paese d'origine in età matura, ritrovare e costruire relazioni è fondamentale. Le associazioni fanno anche questo, adempiono al ruolo di sostegno a chi intraprende un percorso lontano da casa e promuovono la cultura e le tradizioni sarde. Ho trovato una seconda famiglia e anche delle grandi occasioni di crescita professionale. Ho trovato fiducia, stima e se oggi so scrivere un progetto di divulgazione culturale, so presentare una manifestazione - con i dovuti limiti - lo devo all'associazione sarda in generale e alla persona che per me è stata una guida in questi anni: Giovanni Deias.”