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Nessuna parola in più e nessuna in meno rispetto a quanto non si sia finora sentito in tv e letto sui giornali.
La Ministra Maria Elena Boschi, oggi a Sassari per illustrare le ragioni del “Sì” al referendum costituzionale del 4 dicembre, si è presentata al pubblico con il suo solito modo gentile, il sorriso che la contraddistingue, ma forse non con consueta brillantezza.
Un po’ di stanchezza o di tensione? Possibile, considerato che il gran giorno si avvicina e da quel risultato potrebbero cambiare anche le sue sorti di donna in politica.
“Ringrazio ciascuno di voi per aver trovato il modo di essere presente. E’ iniziato il conto alla rovescia perché mancano solamente cinque giorni a domenica, cinque giorni a questo appuntamento fondamentale del referendum”, ha esordito la Ministra.
Ad ascoltarla, nella sala della Camera di Commercio di via Roma a Sassari, una platea che ha dato l’impressione fosse lì, almeno la metà non del PD, non tanto per sentire che cosa cambierebbe se dovesse vincere il Sì, quanto, piuttosto, per la curiosità di vedere la Ministra, 35 anni, per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.
“Ero curioso di vederla, ma sembra che abbia svolto il compitino a casa e lo stia qui esponendo”, hanno commentato alcuni signori subito zittiti da chi con attenzione ha ascoltato la Boschi che ha cercato di chiarire le idee a chi oggi è ancora in dubbio sulla scelta da fare.
“Chiediamo di dire sì domenica – ha spiegato Maria Elena Boschi - al superamento del bicameralismo paritario, la prima domanda che troveremo sulla scheda. E’ essenziale perché il bicameralismo paritario è un meccanismo che in Europa sostanzialmente abbiamo solo noi. E’ un meccanismo che prevede che Camera e Senato facciano le stesse cose, abbiano gli stessi poteri, si debbano trovare d’accordo sullo stesso testo di legge, e non sempre c’è questa congiuntura favorevole per approvare lo stesso testo di legge in cinque anni. Talvolta finisce una legislatura e si deve iniziare da capo la volta dopo perché non si è riusciti in cinque anni a trovare un accordo tra Camera e Senato, perché continuano a rimandarsi la stessa legge mese dopo mese”.
“Non è demagogia – ha continuato il Ministro - dire che si riduce di un terzo il numero dei parlamentari, che si riducono i costi della politica, che si abolisce il Cnel. Tutti ora ci stanno facendo il conto, tutti sono diventati ragionieri generali dello Stato su quanto si risparmia o non si risparmia con questa riforma. Sappiamo benissimo che il risparmio non è il punto centrale della riforma, sappiamo benissimo che non cambia il bilancio dello Stato, ci siamo da poco, ma l’abbiamo capito bene”.
“Chi ci sta dicendo di votare no – ha concluso la Boschi - credo che ci abbia fatto già perdere negli ultimi trent’anni abbastanza occasioni, abbastanza possibilità per rubarci ulteriormente anche i prossimi trent’anni".
Terminato l'incontro, la Ministra si è diretta per Cagliari, lasciando agli elettori sassaresi l'ultima parola: solo il 4 dicembre si saprà se sono stati convinti oppure no.