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La Camera approva il disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati. “E’ un passaggio storico. La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini più tutelati” commenta il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Per ANM solo un tentativo per intimidire la magistratura.
Con il “si” della Camera di due giorni fa’, il disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati è diventato legge: l’approvazione del testo ha visto una maggioranza di 265 “si”, 51 “no” e 63 astenuti. La Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera si sono astenuti, mentre Movimento 5Stelle ha votato contro.
Giudizi contrastanti hanno sin da subito caratterizzato l’emanazione del provvedimento legislativo. A sostenerne la bontà vi è ovviamente il Governo, che, per il tramite del ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha descritto quello in corso come “un passaggio storico”, nel quale “la giustizia sarà meno ingiusta ed i cittadini più tutelati”, anche se ammette che “l’applicazione della nuova normativa andrà monitorata, al fine di apprestare eventuali correzioni”. Un rodaggio, dunque, che non esclude ripensamenti da parte del Parlamento.
La nuova legge non piace però ai magistrati, che esprimono tutta la loro contrarietà alla formulazione del nuovo testo legislativo.
"Le novità negative sono molte. La legge è stata presentata come voluta dall'Europa, ma non è assolutamente così. L'Europa non ha mai parlato di responsabilità civile dei magistrati. Slogan come 'Lo chiede l'Europa' e 'Chi sbaglia paga' sono demagogici. Questa riforma danneggia i cittadini, soprattutto i più deboli", ha detto Rodolfo Sabelli, presidente dell'Anm, nel corso di una conferenza stampa sulla legge.
"I cittadini potranno essere tutelati solo dalla buona giustizia, che si fa con le buone riforme, che il governo non ha ancora fatto - ha aggiunto Sabelli -. Vogliamo sfidare la politica sul campo delle riforme per la buona giustizia, indicando dei punti semplici e chiari, come l'abrogazione della legge ex Cirielli e il blocco dei termini di prescrizione dopo il primo grado, e l'estensione alla corruzione delle norme antimafia".
Cosa prevede la legge?
La nostra rubrica aveva già trattato dell’argomento, quando abbiamo analizzato insieme le linee guida che il Governo avrebbe seguito nella preparazione della riforma sulla responsabilità dei magistrati.
La nuova legge ha infatti inciso sulla legge Vassalli del 1988, “il cui meccanismo di funzionamento, adottato in esito al referendum abrogativo del 1987, ha funzionato in modo assolutamente limitato. La legge, infatti, pur condivisibile nell’impianto, prevede una serie di limitazioni per il ricorrente che, di fatto, finiscono per impedire l’accesso a questo tipo di rimedio e rendono poi aleatoria la concreta rivalsa sul magistrato ritenuto eventualmente responsabile. Si tratta, quindi, d’intervenire per rendere effettivo questo strumento”. Queste le intenzioni del legislatore.
Capiamo meglio cosa ha previsto la modifica normativa.
Una prima grande limitazione è rimasta ferma: la responsabilità indiretta del magistrato. Sarà sempre lo Stato a risarcire direttamente i danni causati dalla malagiustizia, potendo/dovendo poi agire in regresso nei confronti del singolo magistrato. Il cittadino, quindi, che si ritiene leso dalla condotta del togato non potrà domandare direttamente a quest’ultimo il risarcimento dei danni, ma eserciterà l’azione risarcitoria esclusivamente nei confronti dello Stato.
L’Obbligo di rivalsa dello Stato d