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Appartenente alla famiglia delle Apiaceae, la Podagraria cresce spesso in maniera invasiva ed è un vero e proprio incubo per i giardinieri, tanto tentacolare è il suo apparato radicale.
Erba comune lungo le siepi e le strade, ama i luoghi freschi e ombrosi; solo le coste mediterranee ne sono esenti.
È considerata la peggiore e allo stesso tempo la migliore delle piante, visto che è decisamente gustosa come “erbaccia”: al primo assaggio è facile rimanere piacevolmente colpiti dal suo sapore delicato e fresco che ricorda il sedano, non solo per il sapore ma anche per il lungo gambo filamentoso.
Se si taglia trasversalmente il lungo picciolo di una foglia, si può notare la sua sezione triangolare; la foglia è divisa in 3 parti, ciascuna composta da 2 o 3 foglioline.
La prelibatezza della settimana
Aggiungete un tocco di magia ai vostri piatti: le foglie della Podagraria si consumano crude in insalata, oppure cotte, dopo aver tolto i piccioli coriacei, si possono aggiungere alle minestre, ad un gratin al formaggio o ad una quiche.
La raccolta avviene tra maggio e novembre: osservate bene e soprattutto annusate! Quando strofinate le foglie tra le dita, devono emanare un profumo che ricorda il sedano, la carota e il prezzemolo.
Aneddoto magico
Già dal Medioevo, si narra che i giardini dei monasteri fossero ricchi di erbe medicinali e di podagraria, che veniva utilizzata contro la podagra (gotta alle articolazioni del piede) da cui il nome specifico.
Poiché i monaci erano soliti a non contenersi a tavola, sia per quanto riguarda il buon cibo che il buon vino, questa pianta era per loro salutare.